Una vittoria dello Stato: con la destra al governo la lotta alla criminalità organizzata proseguirà senza tregua
Una giornata straordinaria nella lotta alla mafia: il boss Matteo Messina Denaro, latitante da 30 anni e inserito nella lista dei ricercati più pericolosi al mondo è stato arrestato. A mettergli le manette ai polsi, all’interno di una clinica privata di Palermo dove era ricoverato sotto falso nome, gli uomini del ROS dei Carabinieri. Operazione conclusiva di un’inchiesta coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Un’operazione salutata con gli applausi dei pazienti della clinica e dei familiari. Alla vista degli uomini del ROS il capomafia Messina Denaro ha cercato di allontanarsi, ma è stato subito bloccato e portato nella caserma dei Carabinieri “San Lorenzo”.
Una latitanza lunghissima e non priva di ombre, quella del boss: tanto che cinque anni fa presentai un’interrogazione parlamentare su una sua possibile presenza in Toscana, come riportato da un articolo de L’Espresso. Ora che è stato arrestato, Messina Denaro, uno dei personaggi chiave della mafia fuori e dentro la Sicilia, dovrà scontare le pene inflitte per i suoi atroci delitti: dall’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo all’attentato di via dei Georgofili, passando per altri omicidi, stragi e devastazioni.
Matteo Messina Denaro è in manette, tuttavia con il suo arresto oggi non si chiude una pagina, anzi. Perché con la destra al governo la lotta alla mafia proseguirà per non dare tregua alla criminalità organizzata, sulle tracce del lavoro e del sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Oggi – grazie al lavoro degli inquirenti, delle forze di Polizia, ai ROS e ai GIS dei Carabinieri – ha vinto lo Stato, ha vinto la giustizia. Una vittoria che deve essere una tappa di passaggio, verso quella finale: gli applausi con cui i testimoni dell’arresto hanno salutato i Carabinieri sono un incoraggiamento a proseguire senza esitazioni su questa strada.