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Matteo Messina Denaro resti al 41 bis

Il momento dell'arresto di Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro sta ricevendo le migliori cure, resti al 41 bis

Il mafioso Matteo Messina Denaro resti in regime di carcere duro. Pur senza invadere il campo della magistratura la recova del regime di 41 bis non comporterebbe in alcun modo prestazioni sanitarie migliori o anche solo diverse.

L’arresto di Matteo Messina Denaro

Il 16 gennaio 2023, dopo quasi trent’anni di latitanza, Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai Carabinieri del ROS con la collaborazione del GIS, in via Domenico Lo Faso, un vicolo nei pressi della clinica privata La Maddalena a Palermo, nel quartiere San Lorenzo dove il boss era in procinto di effettuare, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, una seduta di chemioterapia.

Subito dopo l’arresto, Messina Denaro è stato trasferito con un volo militare all’aeroporto di Pescara e, da lì, nella casa circondariale dell’Aquila, venendo sottoposto al regime carcerario previsto dall’articolo 41-bis. La scelta di questo penitenziario è dovuta alla presenza al suo interno di una sala di medicina oncologica, dove il boss avrebbe potuto proseguire le cure.

Il regime carcerario del 41 bis

L’articolo 41 bis è una disposizione dell’ordinamento penitenziario italiano che prevede un particolare regime carcerario. Per la rigidità delle prescrizioni carcerarie è anche noto come “carcere duro”. Si tratta di una norma che è stata inasprita in seguito alle stragi di Capaci e di via D’Amelio dove vennero uccisi gli eroici magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme alle loro scorte.

La finalità della norma è quella di evitare comunicazioni tra i boss che si trovano nei carceri e le organizzazioni criminali operanti all’esterno, i contatti tra appartenenti a una stessa organizzazione all’interno di un carcere e i contatti tra gli appartenenti a diverse organizzazioni criminali, così da evitare il verificarsi di delitti e garantire la sicurezza.

Matteo Messina Denaro sta ricevendo le migliori cure, resti al 41 bis

Il Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha precisato che il mafioso Matteo Messina Denaro riceve le migliori cure mediche e che la revoca del 41 bis non comporterebbe in alcun modo prestazioni sanitarie migliori o anche solo diverse.

In particolar modo, il detenuto Matteo Messina Denaro è costantemente seguito da uno specialista, effettua analisi ed esami prescritti e nessuna ulteriore terapia potrebbe svolgere da libero. Le condizioni cliniche di Matteo Messina Denaro, alla luce del trattamento sanitario in atto, non costituiscono presupposto per la revoca del regime di detenzione speciale del ‘carcere duro’.

Semmai, l’esclusione proterva di qualsivoglia atteggiamento collaborativo, l’atteggiamento di sfida verso lo Stato, la mancanza di traccia alcuna di resipiscenza, la rivendicazione orgogliosa del mancato pentimento sono indici sintomatici della attuale pericolosità sociale e della volontà di mantenere nella organizzazione un ruolo da protagonista che mal si conciliano con qualsivoglia ipotesi di attenuazione del regime carcerario.

Il precedente: il caso Cospito e il 41 bis

Noi lo avevamo detto: se avessimo tolto il 41 bis al terrorista Alfredo Cospito oggi il boss mafioso Matteo Messina Denaro avrebbe potuto approfittare del precedente.

Ecco il mio intervento alla Camera dei Deputati su Alfredo Cospito:

In seguito a questo mio intervento in aula, la sinistra scatenò un polverone del tutto inutile sostenendo che nelle more del mio intervento avrei usato conversazioni coperte da segreto: tutto falso.

Qua potete leggere la nota del Ministero della Giustizia e qua una mia intervista su quello che successe.

Oggi abbiamo la conferma che se avessimo ceduto alle richieste di togliere il 41 bis a Cospito per motivi di salute, oggi ne avrebbe approfittato il boss Matteo Messina Denaro.