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L’utero in affitto è reato universale: mai più mercificazione del corpo femminile

L’ignobile pratica dell’utero in affitto da adesso sarà perseguibile anche se commessa all’estero: difendiamo la vita e la dignità di chi non si può difendere

Finalmente ci siamo. Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto. È, da sempre, una battaglia di Fratelli d’Italia, ma adesso è legge: l’ignobile pratica dell’utero in affitto è diventata reato universale. Sarà quindi perseguibile in Italia anche se commesso all’estero. Mai più mercificazione del corpo femminile, ma difesa della vita e dignità dei più fragili.

I figli sono un dono, non un diritto

I figli non sono un diritto, ma un dono. E lo Stato ha il dovere non di accontentare desideri o rivendicazioni, ma di tutelare i più deboli. E i più deboli, nel caso dell’utero in affitto, sono i bambini. Se poi la definizione urta la sensibilità possono chiamarlo come vogliono: che lo si definisca GPA (gravidanza per altri) o maternità surrogata non cambia la sostanza di una pratica aberrante e disumana. Una pratica che mercifica il corpo delle donne, che rende il figlio non un dono ma un prodotto, e che crea discriminazioni per ragioni economiche.

Una pratica che è già reato in Italia, ma che è consentita in altri paesi, in Europa e nel mondo. Paesi in cui si recano le coppie che vogliono avere un figlio ma che per averlo hanno necessità di una donna sconosciuta che porti avanti la gravidanza.

Basta alla barbarie dell’acquisto dei bambini

L’approvazione della legge che stabilisce che l’utero in affitto è un reato universale segna un momento davvero importante per l’Italia. D’ora in poi, il reato di surrogazione della maternità – in Italia già previsto da tempo – sarà perseguibile anche per i fatti commessi fuori dal territorio nazionale, e quindi all’estero.

Con questo nuovo reato vogliamo arginare il turismo procreativo, condannando fermamente tali pratiche attraverso cui bambini e donne vengono trattati alla stregua di merci.

150mila euro: ecco a quanto vendono una vita

Decine di migliaia di euro, a volte oltre 150mila: ad esempio se si sfrutta la possibilità di scegliere la madre surrogata da un book fotografico. Ecco quanto costa la gravidanza per altri, richiesta da chi se lo può permettere e realizzata da donne che molto spesso vivono in condizioni di povertà e che per necessità mettono a disposizione il loro grembo per soddisfare il desiderio di genitorialità di coppie che non possono avere figli.

Che siano single o coppie eterosessuali od omosessuali poco importa: resta l’orribile mercato, lo sfruttamento del corpo della donna, la riduzione a merce della vita umana. Un orribile mercato e per di più discriminatorio, in quanto favorisce chi ha le possibilità economiche – come detto non irrisorie – per ricorrere alla maternità surrogata.