Un tributo ad uno dei importanti reporter di guerra che con le sue immagini autentiche e coraggiose ci ha raccontato molte guerre del mondo: la sua integrità e il suo profondo impegno nel lavoro lo hanno sempre ispirato ad una narrazione sincera ed autentica
Prende il via da Trieste, la sua città natale – a un anno dal suo lancio – la prima edizione del premio giornalistico intitolato al giornalista Almerigo Grilz. Si tratta di un riconoscimento promosso dall’associazione Amici di Almerigo e pensato “per i giovani che, con coraggio e dedizione, desiderano raccontare il mondo in presa diretta”. Almerigo Grilz è stato uno dei più importanti reporter di guerra: con le sue immagini autentiche e coraggiose ci ha raccontato molte guerre del mondo. La sua integrità e il suo profondo impegno nel lavoro lo hanno sempre ispirato ad una narrazione sincera ed autentica, priva di condizionamenti di sorta. Ancora oggi, continua ad ispirare reporter di tutto il mondo.
Chi era Almerigo Grilz
Almerigo Grilz nacque a Trieste e fu un giornalista e politico italiano. Da giovane militò nel movimento studentesco del Fronte della Gioventù e nel Movimento Sociale Italiano, per il quale fu anche Consigliere comunale di Trieste. Si iscrisse all’albo dei giornalisti ed iniziò la sua carriera, alternandola alla militanza politica, con il quindicinale “Dissenso”. Si laureò in giurisprudenza e, nel 1978, fu chiamato alla leva militare e fu inserito nel 59° battaglione meccanizzato “Calabria”.
Nacque così la sua passione come reporter di guerra: abbandonò la carriera politica e iniziò il suo viaggio fuori dall’Italia per documentare i fatti di guerra nel mondo. Nel 1987, in Mozambico, Grilz perde la vita mentre filma un attacco guerrigliero. È il primo giornalista italiano a cadere su un campo di battaglia dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Le guerre che Almerigo ci ha raccontato
Come si legge nel sito dedicato al suo premio, la passione di Grilz per il reportage si sviluppa dopo una gioventù trascorsa viaggiando “on the road” e impegnandosi civilmente. La sua carriera giornalistica prende una svolta decisiva nel 1982, quando documenta l’invasione israeliana del Libano e il ritiro palestinese da Beirut. Questa esperienza rappresenta l’inizio di una serie di reportage che lo portaterà nei punti più caldi del pianeta.
Nel 1983, insieme a Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, fonda l’Albatross Press Agency. L’agenzia diventa presto un punto di riferimento per il giornalismo di guerra, producendo servizi scritti, fotografie e filmati dalle aree più calde del mondo. I suoi servizi sulla guerriglia afghana, trasmessi dalla CBS, lo pongono sotto i riflettori internazionali. Continua la sua collaborazione con la CBS documentando, nel 1984, il conflitto tra la guerriglia cambogiana e le truppe governative appoggiate dal Vietnam.
Grilz si distingue per la sua capacità di raccontare storie da angolazioni uniche, spesso mettendo a rischio la propria vita per catturare l’essenza dei conflitti che documenta. I suoi servizi dal confine birmano-thailandese, che mostrano la guerra tra la minoranza etnica Karen e le truppe di Rangoon, fanno il giro del mondo. I suoi articoli vengono pubblicati su testate prestigiose come Avvenire, Panorama, Il Sabato, Rivista Italiana Difesa, Sunday Time, Jane’s Defence Weekly e L’Express.
Nel 1985, Grilz racconta la guerra tra Iran e Iraq per la CBS, realizzando un approfondito reportage sul regime sciita di Teheran. Pochi mesi dopo, si trova in Angola al seguito dei guerriglieri dell’UNITA, documentando la ferocia del conflitto nell’Africa australe. Le sue immagini dal campo di battaglia di Mavinga, disseminato di cadaveri di soldati governativi, mostrano tutta la cruda realtà della guerra.
Nel 1986, Grilz è nelle Filippine per seguire l’attività dei ribelli comunisti durante le elezioni che portarono alla caduta del dittatore Ferdinand Marcos. Collabora anche con il Tg1, la televisione di Stato tedesca Ndr e con Antenna 2. Nella primavera dello stesso anno, è il primo giornalista a realizzare un reportage al seguito dei guerriglieri della RENAMO (Resistência Nacional Moçambicana) in Mozambico. Documenta inoltre l’arrivo dei missili antiaerei Stinger in Afghanistan, che cambiarono le sorti dell’invasione sovietica, e racconta le vicende dei guerriglieri Oromo in Etiopia, impegnati nella lotta contro il regime di Menghistu.
Il 1987 segna l’ultimo capitolo della sua carriera. Ritornato in Mozambico al seguito dei ribelli della RENAMO, Grilz perde la vita all’alba del 19 maggio, colpito a morte da una pallottola alla nuca mentre filma un attacco della guerriglia alla città di Caia. Il suo corpo riposa nella foresta, ma il suo ricordo e il suo impegno nel raccontare storie vere rimangono un patrimonio per tutti gli italiani e per il mondo del giornalismo.
Il premio giornalistico ad Almerigo
“In mezzo ai guerriglieri, ai soldati, alla battaglia, non pensi mai che verrai colpito. Sei in mezzo per raccontare, vedere, riportare”, questa è una delle frasi più celebri di Almerigo Grilz: già solo queste parole fanno chiaramente trasparire la sua passione per il giornalismo di guerra, la sua integrità e passione nel raccontare ciò che accadeva in maniera autentica. Il premio rappresenta un tributo alla figura di Almerigo Grilz, precursore dei video reportage di guerra.
L’obiettivo del premio Almerigo Grilz
Il premio Almerigo Grilz, come scritto dai creatori del premio sul proprio sito, ha come obiettivo quello di “riconoscere e aiutare l’impegno dei giovani giornalisti che partono per i loro reportage, con la voglia di entrare nelle notizie, cercare storie, raccontare fatti: questo Premio è dedicato a loro. Ovunque abbiano lavorato, sulle linee del fronte o nelle retrovie, che siano guerre o inchieste, sempre con le suole sul terreno e dentro l’azione.
Il Premio vuole essere un incentivo per una nuova leva di giornalisti, uomini e donne, accomunati dalla passione di informare in modo intelligente e coraggioso, con un solo obiettivo: raccontare storie vere”.