Continueremo ad impegnarci sul fronte della lotta all’immigrazione irregolare e ai trafficanti di uomini per ristabilire un principio fondamentale: in Italia e in Europa si entra solo legalmente
La sinistra ci ha provato in tutti i modi. Hanno attaccato i centri in Albania, hanno attaccato le politiche di contrasto all’immigrazione clandestina del governo Meloni in favore della loro scellerata politica dell’accoglienza indiscriminata. Ma la realtà è un’altra: tutta Europa dà ragione al Presidente Meloni mentre loro sono rimasti soli. Meloni è riuscita a dare una svolta culturale in Italia ed in Europa.
Giorgia Meloni ha impresso una svolta culturale
Il 2023 è stato un anno record per l’immigrazione irregolare, con 157mila stranieri sbarcati in Italia e 380mila ingressi illegali alle frontiere europee. Numeri che non si registravano dal 2015-2016, gli anni della crisi migratoria innescata dai conflitti in Siria, Iraq e Afghanistan. A spingere i migranti, soprattutto economici, verso le nostre coste è stata la difficilissima congiuntura internazionale: la guerra in Ucraina, il conflitto tra Israele e Hamas, l’ondata di instabilità politica ed economica che ha investito molti Paesi africani.
Nonostante le proporzioni epocali della sfida che si è trovato ad affrontare, il governo Meloni ha subito messo in campo una serie di provvedimenti per contrastare i trafficanti di uomini e ricondurre i flussi migratori in una cornice di legalità, lavorando con successo per riportare la questione al centro dell’agenda europea. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è riuscita ad imprimere una vera e propria “svolta culturale” in Europa sulla priorità da conferire alla “dimensione esterna” della lotta all’immigrazione illegale e sulla necessità di condividere le responsabilità.
La strategia italiana
La strategia italiana prevede un approccio a 360 gradi: difesa delle frontiere, rimpatrio di chi non ha diritto a rimanere sul territorio dell’Ue, lotta ai trafficanti e alle partenze illegali attraverso una cooperazione paritaria con i Paesi di origine e di transito. Il rinnovo del Memorandum Italia-Libia e l’intensificazione della cooperazione con questo Paese sull’immigrazione, il Memorandum Ue-Tunisia, raggiunto grazie agli sforzi diplomatici del governo Meloni, il partenariato strategico tra Ue ed Egitto e l’accordo tra Italia e Albania per la creazione di hotspot e centri per i rimpatri in territorio albanese vanno in questa direzione e hanno determinato una netta inversione di rotta.
Ecco i numeri nel 2024
Nel 2024, infatti, gli sbarchi si sono fermati a 66mila, con un calo del 57,7% rispetto al 2023 e del 36,6% rispetto al 2022. Da alcuni Paesi, come la Tunisia e la Costa d’Avorio, gli arrivi sono crollati di oltre l’80%. Questo ha contribuito ad una diminuzione del 38% degli attraversamenti irregolari su tutto il territorio dell’Ue: è il dato più basso dal 2021, quando i flussi migratori risentivano ancora della pandemia Covid. Nel primo semestre del 2025, nonostante un nuovo incremento della conflittualità in Libia, il numero degli sbarchi è in linea con quello del 2024, confermando i risultati raggiunti grazie all’azione del governo Meloni.