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Forteto: inchiesta parlamentare al via a settembre. Sette anni di battaglie dedicate alle vittime

Forteto: no al pranzo della commissione

Finalmente ci siamo. E’ stato un lungo percorso ma alla fine, con la solita tenacia, abbiamo raggiunto un’altra tappa fondamentale per la verità sul Forteto, la comunità-cooperativa agricola divenuta setta, dove per decenni si sono perpetrati abusi su minori nel silenzio delle istituzioni, finita poi sotto processo insieme ai suoi capi.

Il 4 settembre partiranno i lavori della Commissione d’inchiesta parlamentare della quale farò parte (qui sotto la lettera della mia nomina): uno strumento grazie al quale avremo la possibilità di fare un po’ di chiarezza sulle responsabilità di questa incredibile vicenda.

La lettera di nomina a membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Forteto
La lettera di nomina a membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Forteto

La commissione ha poteri molto più ampi rispetto a quelli che hanno avuto le commissioni regionali e potrà avvalersi delle stesse prerogative inquirenti che può usare la Magistratura.

Il Parlamento ha impiegato sei mesi e mezzo e per ufficializzare la sua partenza dopo che prima il Senato e poi la Camera hanno approvato la legge per l’istituzione.

Personalmente ho letteralmente stalkerizzato il Presidente Fico e tutti i gruppi parlamentari per concretizzare questo risultato, ma sono orgoglioso di averlo fatto per una causa così importante.

E’ passato troppo tempo: sono sei anni e mezzo che chiediamo che il Parlamento si occupi del caso Forteto, una vicenda troppo a lungo trascurata dalle istituzioni e dai media.

diamo che il Parlamento si occupi del caso Forteto, una vicenda troppo a lungo trascurata dalle istituzioni e dai media.

Iniziammo a chiederlo ufficialmente un minuto dopo la fine dei lavori della prima commissione d’inchiesta regionale.

Dopo che accogliemmo le vittime che ebbero il coraggio di denunciare, dopo l’arresto del pedofilo Fiesoli, dopo che capimmo tutti gli intrecci che erano nascosti in questa vicenda: dal ruolo dei giudici ai silenzi della politica, passando per gli assistenti sociali e un sistema che ha reso la vita facile a un progetto criminale.

Fu proprio durante la discussione sulla relazione della prima commissione regionale d’inchiesta che iniziammo a chiedere anche il commissariamento della cooperativa, risultato che, dopo anni di battaglie e denunce, si è concretizzato poco più di sei mesi fa, ma con sei anni di ritardo.

Già nella scorsa legislatura Fratelli d’Italia aveva chiesto l’istituzione di una commissione parlamentare, depositando un’apposita legge. Tema proposto dalla stessa Giorgia Meloni in uno accorato e storico intervento alla Camera.

E la richiesta della commissione parlamentare è stato il primo atto che ho firmato appena eletto deputato.

Nel frattempo è emerso il caso Bibbiano. Ancora violenze sui minori che si potevano evitare. Obiettivi diversi, ma metodi e contesto ideologico simili a quelli verificatisi nel caso Forteto, che evidentemente non è servito come monito.

In questi momenti in cui abbiamo raggiunto l’obiettivo della commissione d’inchiesta mi tornano in mente le sofferenze delle vittime, che ho provato ad aiutare in prima persona dal 2012, quando con la nostra consigliera di Vicchio Caterina Coralli decidemmo di organizzare, nell’omertà più totale, l’evento “Rompiamo il silenzio”.

Quella per fare luce sul caso Forteto, e provare a restituire un po’ di vertità e giustizia a persone che hanno subito danni incalcolabili e irrimediabili anche per colpa delle istituzioni, è sempre stata una missione che ci siamo dati e alla quale non abbiamo intenzione di rinunciare.

La giustizia ha fatto tanta fatica nel caso di Rodolfo Fiesoli, che è ancora in libertà ed è stato persino recentemente beccato insieme a minori ad Aulla, località dove risiede attualmente.

Ci sono cose che vanno oltre la politica: state certi che noi continueremo a battere ogni strada per fare luce sul Forteto.