Ci scippano, vengono arrestate ma sono incinte e non scontano nessuna pena. E’ la storia di decine di ladre rom raccontata stamani nell’inchiesta del Corriere della Sera (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO).
Si tratta di gruppi di donne rom, a volte giovanissime, che si muovono nel centro storico delle grandi città italiane e rubano i nostri portafogli, le nostre borse e quelle dei malcapitati turisti. Un fenomeno assurdo che accade in ogni città ma “tra Milano, Roma, Venezia e Firenze”, e che registra “160 mila casi all’anno” .
L’inchiesta del Corriere racconta la realtà quotidiana di Milano in cui otto ladre su dieci, su quasi 30 rom “latitanti”, erano incinte quando le nostre forze dell’ordine le hanno arrestate nel 2018.
Ovviamente solo meno della metà sono finite in carcere mentre, si legge nell’inchiesta “tutte le altre hanno continuato a rubare”. Perché “c’è l’articolo 146 del codice penale, che sospende le pene per le donne incinte o madri di figli fino a un anno”
Una delle storie più incredibili è quella di una 35enne bosniaca, borseggiatrice professionista. Quando viene arrestata, l’ultima volta a luglio scorso, “la donna dice subito: «Ho una condanna». Poi apre la borsa e tira fuori un certificato. È incinta. Quarto mese. Mostra il foglio come un «lasciapassare»“.
Dovrebbe finire in carcere, perchè “è latitante” visto che “in decine di processi, ha accumulato pene per 14 anni, 11 mesi e 17 giorni. Condanna «da eseguire»: ma anche in quel pomeriggio dell’anno scorso viene «rimandata». Era già successo a maggio 2016. E anche a gennaio 2015“.
E invece è libera in questo sistema assurdo che noi vogliamo cambiare. Chi sbaglia, paga. E sconta tutta la pena. Senza questi giochetti che ci fanno vergognare.
Penso alle forze dell’ordine che, ogni giorno, svolgono il loro lavoro per garantirci sicurezza e invece si devono scontrare con queste ingiustizie della giustizia.