Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Dossieraggio, oltre 30 mila download sospetti. “La libertà di stampa non c’entra”

Il Procuratore di Perugia Raffaele Cantone è stato audito in commissione antimafia: “Che fine hanno fatto le migliaia di atti scaricati dalle banche dati riservate?”

Dopo il procuratore generale Giovanni Melillo ieri (clicca qui per leggere cos’ha rivelato), oggi è toccato a Raffaele Cantone essere audito in commissione Antimafia sul caso dossieraggio. Cantone è il Procuratore capo della procura di Perugia, da cui è partita l’inchiesta giudiziaria a seguito della denuncia del ministro Crosetto.

33.528 file scaricati da banche dati riservate: che fine hanno fatto?

“Striano ha effettuato un download 33.528 file dalla banca dati della direzione nazionale antimafia. Questo numero enorme di atti scaricati dalla Procura nazionale antimafia che fine ha fatto? E quanti di questi dati possono essere utili”. Lo ha detto il Procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone nel corso della sua audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, in relazione all’inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio.

“Un numero straordinario” di consultazioni in banca dati della Dna

Raffaele Cantone racconta che il luogotenente della Guardia di Finanza, Striano, ora indagato, ha consultato 4.124 Sos dal primo gennaio 2019 al 22 novembre 2022. “Un numero straordinario”. Nel dettaglio, ha digitato “171 schede di analisi e 6 schede di approfondimenti seguite digitando il nominativo 1531 persone fisiche 74 persone giuridiche. Ha cercato 1.123 persone sulla banca dati Serpico, ma potrebbero essere pure tremila le ricerche, io sto parlando delle persone. Ha effettuato 1.947 ricerche alla banca dati Sdi. Siamo ad oltre 10mila accessi e il numero è destinato a crescere in modo significativo”.

“Sul profilo umano, credo che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, vada ringraziato per aver fatto uscire questo verminaio” spiega Cantone. Anche perché i dati di questa vicenda lasciano pensare che ci sia altro: “I numeri sono molto più preoccupanti di quelli ad oggi e emersi, sono numeri che inquietano perché sono mostruosi. Il nostro compito – prosegue il magistrato – è quello di accertare le responsabilità penali, su alcuni punti ho chiesto di riferire al Copasir, ma con chiarezza dico che il pubblico ministero non ha il compito di risolvere problemi, ma di occuparsi dei reati”.

Non si ferma il mercato delle segnalazione di operazioni sospette

Proseguono le dichiarazioni di Cantone e, lo scenario, si fa sempre più grave ed inquietante, ha parlato del “mercato delle Sos”, le Segnalazioni di operazioni sospette , che “non si è affatto fermato”, e ha parlato di “una prova clamorosa”: “Durante la prima fuga di notizie è uscito un riferimento ad una Sos riguardo a un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa, quella Sos non era stata vista da Striano. C’era qualcuno che continuava a vendere sotto banco le Sos. Questa indagine è stata trasmessa alla procura di Roma.

Nessun attacco alla libertà di stampa: l’ipotesi è che la stampa abbia commissionato attività di informazione a un Ufficiale di Pg

Cantone, infine, per quanto riguarda l’inchiesta di Perugia, ha precisato che il capo d’imputazione resta provvisorio: “Il fatto che la stampa abbia commissionato le attività di informazione a un ufficiale di polizia giudiziaria è un’ipotesi investigativa su cui auspichiamo di essere smentiti. Ci sono stati casi in cui ritenevamo evidente che c’era stata una commissione per accedere alle banche dati.

Abbiamo analizzato i nominativi e i soggetti mediaticamente esposti, in quel lungo elenco di nomi 165 accessi complessivi riguardavano soggetti vip e sono oggetti del capo di imputazione. Qualcuno ha detto che stiamo attaccando la libertà di stampa, per me è un principio fondamentale e la stampa svolge un ruolo determinante. Conosco bene quali sono i limiti e i diritti della stampa”.