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«Così il leader Cgil getta benzina sul fuoco. Ora basta violenze e giochini politici». La mia intervista al Corriere della Sera

È irresponsabile soffiare sul fuoco: Landini alza le parole e poi c’è qualcuno che lo prende sul serio ed è pronto a fare gesti irresponsabili

di Alessandra Arachi

Giovanni Donzelli, Fratelli d’Italia, anche lei è stato infastidito dalle frasi di Landini?

«Non è una questione di fastidio. È invece irresponsabile soffiare sul fuoco. Landini alza le parole e poi c’è qualcuno che lo prende sul serio ed è pronto a fare gesti irresponsabili».

Di quali gesti parla?

«Fare scontri violenti con la polizia. Bruciare le foto del presidente del Consiglio, ma anche dar fuoco ai manichini delle persone».

In molti nella sua maggioranza hanno condannato con fermezza l’espressione: «Rivolta sociale».

«È un’espressione che il segretario della Cgil va ripetendo da diverse settimane, soffiando, appunto, sul fuoco. Ma mai gli ho sentito dire una parola sulle aggressioni subite dai poliziotti che a quanto mi risulta sono lavoratori che anche il sindacato dovrebbe tutelare».

Riconosce che questo governo sta imprimendo una svolta autoritaria, come veniva gridato sempre ieri dalle piazze dello sciopero?

«Più che la svolta autoritaria del governo vedo la svolta minoritaria del sindacato».

Che vuole dire?

«Nella scuola alle 17 di ieri l’adesione allo sciopero non arrivava al 6%. E questo è soltanto un esempio. Se invece di difendere gli interessi veri dei lavoratori ci si butta sulla politica poi i lavoratori ti girano le spalle».

Maurizio Landini ha detto che nelle piazze c’erano più di 500 mila persone.

«Non le ho contate. Ma le percentuali parlano da sole e sono lontanissime da quelle di quando il sindacato era un movimento di massa. Direi che i conti si devono fare con altre cifre, quelle vive».

Ovvero?

«Tenere conto delle oltre 800 mila persone che hanno trovato lavoro da quando c’è il governo Meloni. Della disoccupazione che è crollata, delle tasse che sono diminuite. Le persone vedono questo, un’Italia che riesce ad avere un peso a livello internazionale. E poi vedono Landini che invece di festeggiare per l’occupazione che aumenta aveva iniziato a chiamare allo sciopero contro la finanziaria a luglio, quando non era ancora stata scritta».

La Cgil sostiene che le tasse sono aumentate per pensionati e lavoratori dipendenti.

«Sparano cifre a caso senza conoscere. Tanto per provare ad aumentare tensioni».

Con il decreto sicurezza diventeranno reato gli scioperi, i blocchi stradali, le occupazioni delle fabbriche…

«Ma non è così».

E com’è?

«Parliamo dei blocchi stradali? Compito dello Stato è difendere i più deboli, intendiamoci su chi è debole. Il pendolare che prede il treno per andare a lavorare? O il ragazzotto che quel treno lo vuole bloccare convinto così di salvare il mondo dall’inquinamento? La persona che va in ospedale torna e si trova la casa occupata o chi la occupa?».

Ma ci sono restrizioni anche per le occupazioni delle fabbriche che chiudono?

«Chi parla così dimostra di avere una visione novecentesca dell’economia. Oggi la sfida che c’è nel mondo del lavoro non è tra il padrone della fabbrica che chiude e l’operaio che vien sfruttato. Oggi l’operaio e il datore di lavoro stanno dalla stessa parte a difendere l’economia nazionale dalle speculazioni delle multinazionali e dalla concorrenza sleale delle delocalizzazioni. E in proposito vorrei fare una domanda a Landini».

Quale?

«Dov’era quando la Fiat veniva svenduta alla Francia per far nascere Stellantis? È con quell’operazione che si mettevano in crisi gli operai che lavorano nell’automotive».

Tornando al decreto sicurezza: ci sono restrizioni anche per gli scioperi? La piazza gridava contro le precettazioni di Salvini.

«In venticinque mesi nei trasporti ci sono stati quasi mille scioperi, più di uno al giorno. Non mi pare che si stia negando questo diritto. Il decreto sicurezza non toglie la libertà, impedisce invece che poche persone calpestino le libertà di tutti gli altri»