Giorgia Meloni, nella lettera alla von der Leyen, smonta tutte le bufale sinistre sulla relazione annuale sullo stato di diritto dell’Unione europea, strumentalmente utilizzata dai soliti noti per tentare di attaccare il governo
Continuano le fake news della sinistra per tentare di attaccare il governo Meloni: in Italia non sarebbe stata rispettata la par condicio ed il servizio pubblico sarebbe oggetto di ingerenza politica. Forse a sinistra si sono dimenticati chi ha approvato la riforma della Rai e chi ha nominato i componenti del Cda. Sicuramente non Fratelli d’Italia, visto che ci siamo sempre opposti.
La relazione annuale sullo stato di diritto dell’Ue
La relazione annuale sullo stato di diritto dell’Unione europea viene redatta ogni ed esamina sistematicamente e obiettivamente gli sviluppi avvenuti in tutti gli Stati membri. La Commissione europea svolge quest’attività in dialogo costante con i governi degli Stati. Quest’anno ci sono stati molti riconoscimenti all’Italia, soprattutto sull’efficacia del nostro sistema giudiziario, sul rispetto del pluralismo e della libertà dei mezzi di informazione e sui processi sulla lotta alla corruzione.
Le critiche mosse dalla sinistra nei confronti del governo Meloni riguardavano tre questioni principali della relazione dell’Ue: il fatto che il sistema di governance della Rai non garantirebbe la piena indipendenza del servizio pubblico, che sarebbe soggetto ad un’eccessiva ingerenza politica; il fatto che il cambiamento della linea editoriale della radiotelevisione pubblica avrebbe determinato le dimissioni di vari giornalisti e conduttori; l’asserito mancato rispetto della par condicio durante le ultime elezioni del Parlamento europeo.
La riforma della Rai è stata ideata dal Partito democratico
“Sul primo punto mi sento di ricordare che la riforma della Rai, che ha disegnato l’attuale sistema di governance dell’azienda, è stata ideata e realizzata nel 2015 dall’allora partito di maggioranza relativa, il Partito democratico, durante il governo guidato da Matteo Renzi, con la contrarietà del partito da me guidato, Fratelli d’Italia.
Anche l’attuale governance è stata determinata dal governo precedente, governo Draghi, con Fratelli d’Italia unico partito di opposizione che si è reputato allora di escludere perfino dal Consiglio di Amministrazione della Rai creando, questa volta sì, una anomalia senza precedenti in Italia e in violazione di ogni principio di pluralismo del servizio pubblico.
È bene ricordare che l’attuale governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene non si sono ancora avvalsi della normativa vigente per il rinnovo dei vertici aziendali. Gli attuali componenti del CdA della Rai, come ricordato, sono stati nominati nella scorsa legislatura da una maggioranza di cui Fratelli d’Italia non era parte, non si comprende dunque come si possa imputare a questo governo una presunta ingerenza politica nella governance della Rai”, ha dichiarato Giorgia Meloni
Rapporti di lavoro interrotti per normali dinamiche di mercato
“Riguardo il secondo punto, sarebbe a dire il fatto che il cambiamento della linea editoriale della Rai avrebbe determinato le dimissioni di diversi giornalisti e conduttori, è di tutta evidenza che si tratti di una dinamica che in ogni caso non può essere imputata all’attuale Governo.
Nel merito, diversi esperti del campo affermano che i rapporti di lavoro si sono interrotti per normali dinamiche di mercato; alcuni di questi conduttori hanno lasciato la Rai prima dell’arrivo del nuovo AD ed altri hanno deciso di percorrere nuove esperienze professionali o editoriali, pur avendo l’azienda confermato i loro spazi di presenza nei palinsesti”, ha affermato il Presidente Giorgia Meloni.
La par condicio è sempre stata rispettata
“Ancora più strumentale appare la critica del terzo punto in base alla quale la Rai avrebbe violato le regole della par condicio in favore della maggioranza di governo durante le ultime consultazioni per l’elezione dei membri del Parlamento europeo. Anche su questo argomento, mistificato a uso politico, occorre chiarire alcuni aspetti.
A ridosso delle elezioni europee del 2024, la Commissione parlamentare Vigilanza Rai, nell’esercizio delle sue prerogative, ha adottato una delibera – dichiarata peraltro dall’Agcom conforme alla disciplina vigente in materia – che prevedeva l’esclusione dalle regole della par condicio dei rappresentanti delle istituzioni che affrontavano questioni inerenti alle loro funzioni istituzionali.
Non si tratta di una novità. Infatti, sempre, durante ogni passata competizione elettorale, tutti i governi in carica hanno potuto legittimamente continuare ad informare i cittadini sulla loro attività, senza che l’informazione istituzionale rientrasse nel conteggio dei tempi della par condicio, così come previsto dalla legge vigente. Viene da chiedersi perché questo principio, che si è sempre reputato valido in passato, non debba valere per l’attuale governo”, ha concluso Giorgia Meloni.