Parole inaudite da Landini: “Rivolta sociale”

Il nervosismo di chi non rappresenta più i lavoratori. D’altronde, mentre Landini gridava nelle piazze per il salario minimo, si faceva aumentare lo stipendio, alla faccia dei lavoratori

Le parole utilizzate dal segretario della Cgil Landini, con le quali incita alla rivolta sociale, fanno accapponare la pelle. Landini, questo è il nervosismo di chi non rappresenta più i lavoratori. Se l’Italia che produce non crede ai vostri allarmismi, fatevene una ragione.

Landini invoca la rivolta sociale

“È il momento di una vera e propria rivolta sociale perché avanti così non si può più andare”, queste le parole di Landini. La sua richiesta di una rivolta sociale fa rabbrividire. Alla faccia dei lavoratori: dopo le sue continue richieste e manifestazioni sullo stipendio minimo ha deciso di farsi aumentare lo stipendio per poi invocare una rivolta sociale.

Fa rabbrividire che il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, si auguri una rivolta sociale. Pesare le parole è una responsabilità necessaria, soprattutto in un periodo storico in cui i facinorosi dei centri sociali hanno ritrovato nelle strade italiane una preoccupante intraprendenza. Landini, nel bene supremo del dibattito civile, dovrebbe chiedere scusa per il termine inopportuno

Governo Meloni ha portato risultati per i lavoratori, Landini soltanto parole

Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma se quando si parla di sciopero si finisce per sfociare nella rivolta sociale questo diventa allarmante. Il governo Meloni ha lavorato duramente per aumentare i posti di lavoro e gli stipendi: grazie al taglio del cuneo fiscale siamo riusciti ad aumentare gli stipendi a 17 milioni di italiani. Tutto questo però sembra non importare a Landini, che a quanto pare preferisce inveire soltanto contro al governo e non a favore dei lavoratori che dovrebbe rappresentare.