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Oblio oncologico: ecco la legge di civiltà

Il disegno di legge di Fratelli d’Italia sull’oblio oncologico ottiene il sì definitivo ed unanime al Senato

Dopo l’approvazione alla Camera, il disegno di legge di Fratelli d’Italia sull’oblio oncologico ottiene il sì definitivo al Senato. Adesso, finalmente, è Legge dello Stato. Si tratta di un provvedimento di buon senso, che restituisce dignità e diritti a tutte le persone che hanno superato la malattia, contrastando ogni forma di pregiudizio sul trascorso clinico dei pazienti guariti.

Oblio oncologico è legge, adesso basta discriminazioni

Grazie alla legge sull’oblio oncologico per un milione di persone in Italia potrà cambiare la vita: adottare un bambino, chiedere un mutuo in banca, partecipare ad un concorso. Per le persone guarite da un tumore tutto questo sarà adesso possibile. L’oblio oncologico diventa finalmente legge anche in Italia e sancisce il diritto all’oblio per coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche con l’obiettivo di prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti.

Per questo importante traguardo raggiunto plaudono oncologi e associazioni ed il ministro della Salute Orazio Schillaci l’ha definita “una legge di civiltà“.

Oblio oncologico legge di civiltà

“Accolgo con grande gioia l’approvazione all’unanimità della proposta di legge parlamentare sull’oblio oncologico. Una norma di civiltà, che il Governo ha convintamente sostenuto e che cancellerà quelle umilianti e ingiuste discriminazioni che pesavano sulle persone guarite da patologie oncologiche. Grazie a tutte le forze politiche che hanno consentito di raggiungere oggi questo obiettivo”. Lo dichiara il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Sono un milione gli italiani interessati dall’oblio oncologico perché considerati guariti, a fronte di 3,6 milioni che vivono con una diagnosi di cancro. Sono infatti previste specifiche norme che tutelano gli ex pazienti da possibili discriminazioni nel campo assicurativo e finanziario, oltre che nell’ambito lavorativo. La Legge prevede il divieto di richiedere informazioni su una pregressa patologia oncologica dopo 10 anni dal termine dei trattamenti in assenza di recidiva di malattia in questo periodo. Per i pazienti in cui la diagnosi sia antecedente ai 21 anni, questo limite è ridotto a 5 anni. La legge non tutela solo nei rapporti con banche e assicurazioni ma anche in sede concorsuale, qualora sia prevista un’idoneità fisica e nell’ambito dei procedimenti di adozione.