Le cooperative non potranno più finanziare i partiti. La Camera ha approvato un emendamento di Fratelli d’Italia, che porta la mia firma, per estendere il divieto alle cooperative sociali e ai consorzi disciplinati dalla legge 381 del ’91.
E’ una bella soddisfazione perché in tema di trasparenza riguarda uno dei nodi principali e cioè l’intreccio che c’è da sempre, soprattutto nelle regioni rosse, tra politica e cooperative. Le cooperative danno soldi ai partiti, che fanno loro arrivare la commessa dall’ente pubblico che amministrano. Una sorta di partita di giro regolarizzata grazie al particolare regime fiscale di questi enti che, in teoria, dovrebbero essere senza scopo di lucro.
Non è un caso se su questi rapporti sono emersi scandali di ogni genere, partendo da Mafia capitale, ma che ha visto in Toscana molti episodi simili. Ci siamo per esempio accorti che il governatore Enrico Rossi, nella sua ultima campagna elettorale, ha preso soldi da cooperative coinvolte nello scandalo romano, ma anche da Cpl Concordia (LEGGI QUI), coinvolta nell’inchiesta sull’affidamento dei metanodotti, ma anche affidataria di commesse sanitarie in Toscana.
Ed è proprio per questo che nel 2015 avevamo presentato una analoga proposta in Toscana, una normativa semplice e trasparente, per impedire alle cooperative di finanziare soggetti riconducibili alla politica, dai partiti, ai candidati, fino, ad esempio, alle fondazioni, i giornali o le feste di partito (LEGGI QUI).
Abbiamo da sempre denunciato, il sistema morboso che è esistito fra coop e sinistra, su tutti quello che ha fatto diventare l’accoglienza immigrati un vero e proprio business, come hanno dimostrato le inchieste della magistratura (LEGGI QUI).
Anche su questo Fratelli d’Italia ha condotto una battaglia senza sconti per imporre alle cooperative di rendicontare le spese. E l’ha vinta, facendo approvare la legge Taglia-business (LEGGI QUI).
E poi le coperture che la politica (e non solo) ha garantito al Forteto, una setta dove per decenni i minori sono stati abusati (LEGGI QUI), passando per il caso delle scatole cinesi di “Sei” nella gestione dei rifiuti nella Toscana del Sud (GUARDA IL VIDEO QUI SOTTO).
O l’intreccio delle cooperative nello scandalo di Banca Etruria, il cui ultimo presidente Lorenzo Rosi è stato in affari con il papà dell’ex premier e segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, nell’operazione per la realizzazione di outlet in tutta Italia (LEGGI QUI).
Ringrazio i colleghi parlamentari di Fratelli d’Italia Ciro Maschio, Carolina Varchi ed Emanuele Prisco che in Commissione hanno seguito passo dopo passo tutto il provvedimento e i nostri emendamento. E Giorgia Meloni, che ha permesso che questa battaglia arrivasse in porto.
Con questo provvedimento spezziamo questo legame che c’è soprattutto in regioni come Toscana, l’Emilia Romagna o la Liguria. Non è un emendamento contro le cooperative, all’opposto le libera dai corrotti e favorisce una sana concorrenza fra di esse.