C’è anche Pierluigi Boschi, padre dell’ex ministro Maria Elena, tra i 17 ex amministratori di Banca Etruria indagati per il filone d’inchiesta sulle consulenze affidate dalla banca per alcune centinaia di migliaia di euro, che vennero decise tra giugno e ottobre del 2014 in vista della fusione, e che, secondo l’accusa, sarebbero state inutili.
La vicenda è quella relativa al fallimento dell’istituto di credito aretino. Fra gli indagati figurano anche l’ex presidente Lorenzo Rosi, l’uomo in affari con gli ex soci di Tiziano Renzi attraverso una serie di intrecci societari (LEGGI QUI).
Il reato ipotizzato è la bancarotta semplice o colposa.
Il padre dell’ex ministro Maria Elena Boschi, era stato indagato anche nei filoni sul falso in prospetto sulle subordinate e sulla liquidazione dell’ex direttore generale Luca Bronchi, ma la sua posizione è stata in un caso archiviata e nell’altro la procura ha chiesto l’archiviazione.
In rito abbreviato per il crac sono già stati giudicati e condannati per bancarotta fraudolenta a cinque anni l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi, e a due anni l’ex vice presidente Alfredo Berni, mentre per bancarotta semplice è stato condannato a un anno l’ex membro del cda Rossano Soldini.