La Corte Costituzionale si pronuncia e stabilisce in 516 euro la pensione di invalidità: “Violati diritti degli inabili”. Storica battaglia di Fratelli d’Italia sui disabili
La Consulta sancisce che la pensione di invalidità per i disabili debba essere raddoppiata. Una storica richiesta di Fratelli d’Italia viene finalmente riconosciuta.
Chiamata a pronunciarsi nel caso di una persona affetta da tetraplegia spastica neonatale, la Consulta è intervenuta sul diritto al mantenimento.
Secondo la Corte Costituzionale gli appena 285,66 euro al mese di pensione di invalidità, che la legge prevede per le persone totalmente inabili al lavoro a causa di disabili gravi, “non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita” e quindi viene “violato il diritto al mantenimento, che la Costituzione all’articolo 38 garantisce agli inabili”.
Meloni: Storica battaglia di Fratelli d’Italia
“Finalmente una sentenza della Corte Costituzionale chiede di raddoppiare la pensione di invalidità civile, che oggi è scandalosamente ferma a 260 euro”, ha commentato Giorgia Meloni sulla sentenza che riconosce i diritti ai disabili.
“E’ una storica battaglia di Fratelli d’Italia, – ha sottolineato – che abbiamo formalizzato molte volte con emendamenti in Parlamento, ma che sono stati sistematicamente bocciati”.
“Abbiamo sempre denunciato l’ingiustizia di una Stato che spende per un richiedente asilo più di quattro volte quanto riconosce a un invalido o che distribuisce miliardi a finti bisognosi con il reddito di cittadinanza ma si dimentica dei più fragili”, ha ribadito Meloni.
“Ora che anche la Corte Costituzionale chiede il raddoppio della pensione di invalidità il Governo non ha più scuse: Fratelli d’Italia chiede che la norma sia inserita immediatamente nel decreto Rilancio. Le risorse ci sono, basta togliere dal decreto le mance e le regalie che sono state inserite a profusione”, ha concluso sul caso disabili.
Cosa prevede la sentenza
Nella sentenza si afferma che il cosiddetto ‘incremento al milione’ con riferimento alle lire, pari a 516,46 euro, da tempo riconosciuto per vari trattamenti pensionistici dalla legge numero 448 del 2011, “debba essere assicurato agli invalidi civili totali” di cui parla la legge 118 del 1971, “senza attendere il raggiungimento del 60° anno di età, attualmente previsto dalla legge”.
Di conseguenza, “questo incremento dovrà d’ora in poi essere erogato a tutti gli invalidi civili totali che abbiano compiuto i 18 anni e che non godano in particolare di redditi su base annua pari o superiori a 6.713,98 euro”.
La Consulta ha stabilito che questa pronuncia “non avrà effetto retroattivo e dovrà applicarsi soltanto per il futuro”, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla ‘Gazzetta Ufficiale’.
Resta ferma “la possibilità per il legislatore di rimodulare la disciplina delle misure assistenziali vigenti, purché idonee a garantire agli invalidi civili totali l’effettività dei diritti loro riconosciuti dalla Costituzione”.