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«Da Pescara l’idea di una nuova Ue». La mia intervista a Il Tempo

giovanni donzelli

L’Europa si occupi delle grandi questioni. Se i conservatori vinceranno in Ue ci sarà un governo senza socialisti

Di Giuseppe China

«Indipendenza energetica, immigrazione e attenzione al territorio senza inseguire le ideologie green sono a nostro giudizio più importanti di regole che impongono la misurazione del diametro degli agrumi»

Qual è il modello di Europa che avete e che verrà presentato nella città abruzzese?

«Auspichiamo un’Unione europea che si interessi delle grandi questioni internazionali come le due guerre in corso: in Ucraina e in Medio Oriente; della gestione dei propri confini esterni; dell’attenzione verso gli agricoltori; di intelligenza artificiale e ricerca tecnologica; di turismo e centralità del mare; di natalità e tutela delle famiglie. Voglio essere ancora più chiaro: è miope e insensato discutere di aspetti che limitano le economie nazionali dei Paesi membri e poi essere impreparati nell’affrontare le grandi sfide che ci attendono».

Proprio nella giornata conclusiva di domenica è atteso l’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Scioglierà la riserva sulla sua candidatura?

«Entro il primo maggio sicuramente perché devono essere depositate le liste. Potrebbe farlo alla Conferenza programmatica ma anche nei giorni successivi: siamo tutti curiosi».

Su questa scelta quanto influiranno le candidature degli altri leader, in particolare quelle del segretario del Pd Elly Schlein e dell’omologo di Forza Italia Antonio Tajani?

«Escludo che la presenza di Schlein e Tajani possa incidere sulla scelta del premier Meloni. A mio parere non è la cosa più interessante, quello che conta è spiegare agli elettori cosa andremo a fare. Nei nostri confronti c’è molta attenzione dato che l’attuale esecutivo ha condizionato l’Europa su tematiche importanti: mi riferisco al Mediterraneo e all’odioso traffico esseri di umani. Circostanza che non si era mai verificata con i governi precedenti. Tali risultati sono stati raggiunti con una rappresentanza esigua di Fratelli d’Italia uscita dalle elezioni del 2019: se siamo riusciti a fare così tanto con una piccola truppa, siamo convinti si possa fare molto di più se gli elettori ci continueranno a dare fiducia».

Quindi per l’Europarlamento quale assetto immagina dopo le elezioni?

«Mi auguro un ottimo risultato dei conservatori e di tutto il centrodestra, in modo tale che si formi a Strasburgo una maggioranza simile a quella di Roma, e quindi senza i socialisti».

Obiettivo realizzabile nonostante Fdl, Lega e Forza Italia facciano tutte parte di famiglie politiche europee diverse?

«Appartenenze politiche diverse non presuppongono incompatibilità, anzi. Ritengo che ognuno di noi preferisca governare insieme e trasformare l’Europa».

Da più parti circola il nome dell’ex premier Mario Draghi come successore di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. È un’ipotesi concreta?

«In quanto italiani abbiamo un moto d’orgoglio quando si cita un connazionale che viene stimato a livello globale. Però, senza dubbio, è troppo precoce parlare di ciò. Teniamo presente che nessuno l’ha candidato e perfino il diretto interessato non si è espresso. Al netto di questa premessa non è corretto indicare un nome in una fase in cui non hanno ancora votato i cittadini. Un approccio poco rispettoso della democrazia».

A proposito di democrazia lo scorso 16 aprile un evento di Ecr a Bruxelles è stato quasi censurato.

«È tipico delle sinistre provare a impedire agli altri di esprimere le loro idee. Chi è debole nelle proprie ragioni cerca di togliere la parola agli altri».