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Pagare con le tasse degli italiani in difficoltà i capricci dei divi del cinema? Anche basta

Negli ultimi anni diversi film italiani hanno ricevuto generosi contributi pubblici a fronte di incassi inesistenti, anche basta

“Finanziati film che hanno venduto 29 biglietti, è ora di cambiare registro”, così il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ha deciso di intervenire sui generosi finanziamenti pubblici ad alcuni film con incassi inesistenti: adesso anche basta.

Finanziamenti pubblici: ecco i numeri

Il finanziamento pubblico sulle risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo è passato da € 423,5 Mln nel 2017 a € 849,9 Mln nel 2022 e € 746 Mln nel 2023. Ci sono registi che ricevono compensi milionari per film e serie realizzati con contributi pubblici e l’Italia produce più opere di lungometraggio di Francia e Germania.

Le richieste di tax credit sono esplose a 464 opere nel 2021 e 409 nel 2022, a fronte di 122 nel 2019. Ci sono film che vanno in sala per pochissimi giorni con spettatori e incassi dai numeri irrisori che ricevono contributi pubblici milionari.

Si tratta di dati significativi che impongono un’attenta riflessione e un rapido cambio di registro.

Sangiuliano: adesso sui finanziamenti pubblici si cambia marcia

Siamo consapevoli che l’incasso in sala cinematografica è solo una parte degli introiti di un film, e siamo altrettanto consapevoli che alcuni film devono essere realizzati con l’aiuto pubblico per considerazioni di tipo artistico – culturale, per rappresentare e diffondere la nostra identità culturale oppure per altre finalità di interesse pubblico (far crescere nuovi autori e nuove imprese), ma i numeri che rileviamo, sia per il numero abnorme di opere sproporzionato rispetto alle dimensioni del circuito cinematografico italiano, sia per i risultati imbarazzanti (nel loro complesso) ci impongono un deciso cambio di marcia, rapido ed incisivo.

Dobbiamo essere certi dell’utilizzo corretto delle risorse pubbliche. Di recente, il Ministero della Cultura, nell’ effettuare verifiche nel merito dei costi dichiarati dai beneficiari e certificati da revisore legali dei conti, ha individuato una ventina di opere, con alto budget, che sono formalmente rispondenti ai requisiti, ma per le quali c’è un ragionevole sospetto circa la rispondenza sostanziale. La documentazione relativa è stata sottoposta all’esame congiunto con la Guardia di Finanza e nelle prossime settimane vedremo l’esito. L’impressione è che sia la punta di un iceberg.

Ecco i compensi milionari dei registi di film realizzati con contributi pubblici

Si riscontrano diversi casi eclatanti di compensi milionari a registi di film o serie finanziati da risorse del Fondo, ad esempio:

Luca Guadagnino e Edoardo Gabbriellini hanno percepito 2,4 mln/€ come compenso da regista per “We are who we are”, finanziato per complessivi 13,2 ml/€ dal Fondo con lo strumento del credito d’imposta.

Gabriele Muccino ha indicato 2,2 mln/€ come compenso da regista “A casa tutti bene 2 – La serie” finanziato per complessivi 2,1 mln/€ dal Fondo con lo strumento del credito d’imposta.

Paolo Genovese ha indicato 1,4 mln/€ come compenso da regista per “I leoni di Sicilia” finanziato per complessivi 8,7 mln/€ dal Fondo con lo strumento del credito d’imposta per 8,6 mln/€ e con lo strumento dei contributi selettivi per 100 mila/€.

Saverio Costanzo ha indicato 1,7 mln/€ come compenso da regista per “Finalmente l’alba” finanziato per complessivi 9,5 mln/€ dal Fondo con lo strumento del credito d’imposta per 9 mln/€ e con lo strumento dei contributi selettivi per 450 mila/€.

Joseph Maximilian Wright ha indicato 1,7 mln/€ come compenso da regista per “M – IL FIGLIO DEL SECOLO” finanziato per complessivi 14,9 mln/€ dal Fondo con lo strumento del credito d’imposta.

Saverio Costanzo ha percepito 1,4 mln/€ come compenso da regista per “L’amica geniale – Storia del nuovo cognome” finanziato per complessivi 10,5 mln/€ dal Fondo con lo strumento del credito d’imposta.

Gabriele Muccino ha percepito 1,1 mln/€ come compenso da regista “A casa tutti bene – La serie” finanziato per complessivi 4,2 mln/€ dal Fondo con lo strumento del credito d’imposta.

700 mila € di contributo pubblico e 29 spettatori in sala

Estrapolando alcuni dati dal database delle opere che hanno richiesto il tax credit alla produzione nazionale dal 2019 al 2022, possiamo fare l’esempio di due film, costati complessivamente più di 15 milioni di euro, che hanno beneficiato di oltre 4 milioni di euro di risorse pubbliche e che hanno incassato poco più di 13 mila euro.

Un altro esempio è rappresentato dai film di due registi emergenti del cinema italiano, che hanno realizzato due opere dal costo di 3 milioni l’una, ciascuna delle quali ha beneficiato di quasi 1,2 milioni di euro: complessivamente hanno incassato meno di 7 mila euro.

Addirittura, c’è anche un film che ha ricevuto 700 mila euro di contributo pubblico e nel periodo di sfruttamento in sala considerato ha raccolto 29 spettatori in sala.

Un film ad altissimo budget (oltre 17 milioni di euro) e in coproduzione internazionale ha ricevuto un contributo pubblico di poco più di due milioni di euro incassando meno di 80 mila euro.

Venti film (riportati nella tabella che segue) hanno avuto meno di mille spettatori ciascuno, per un incasso medio di poco più di 2.000 euro, hanno beneficiato complessivamente di ben 11,5 milioni di contributo pubblico.