Un rave party illegale con oltre 1500 partecipanti si è svolto da venerdì fino Pasquetta a Murlo, in provincia di Siena. Due giorni sotto assedio di migliaia di persone sotto effetto di alcol e droghe, con musica ad alto volume.
Uno spettacolo indecente che ha visto le forze dell’ordine assistere passive a questo festival dell’illegalità. Pér questo motivo ho presentato una interrogazione alla Camera dei Deputati per capire come mai una volta arrivate, le forze dell’ordine non hanno interrotto immediatamente il rave party.
Rave party vicino statale Siena Grosseto
Il rave si è svolto in un’area privata che un tempo ospitava un poligono di tiro, non lontano dalla strada statale Siena-Grosseto.
E’ stato proprio il via vai di auto dei partecipanti al rave party strada statale a fare scattare l’allarme. Troppo tardi però, visto che quasi tutti i partecipanti erano arrivati.
Il colpo d’occhio del rave party era desolante. Partecipanti accampati in tutta la zona, alcuni in camper, altri in tenda, e chi all’interno delle proprie auto. Montati altoparlanti che hanno diffuso musica in tutta la zona per oltre due giorni, tra la rassegnazione dei residenti.
E poi moto, impalcature, altoparlanti per un ritrovo dove ballare, ascoltare note diffuse in maniera assordante. E poi la droga, presenza fissa ai rave party. Purtroppo la Toscana è sempre più meta ideale per i ritrovi di certi sballati. Solo una settimana fa un rave party non autorizzato con circa 300 persone era stato bloccato a Poggi del Sasso, nel comune di Cinigiano (Grosseto).
Solo ieri prime denunce
Il proprietario dell’area ha presentato denuncia ai carabinieri per occupazione abusiva di terreni. Soltanto ieri però sono stati identificati alcune centinaia di manifestanti, fermati all’uscita dal rave party. Per una decina di partecipanti è scattata la denuncia per detenzione di droghe.
Come spesso accade il rave party, è nato con un passaparola attraverso i social network che ha richiamato nel senese migliaia di persone da tutta Italia.
Purtroppo i cittadini devono assistere impotenti davanti alla prepotenza di queste persone e all’incapacità del ministro Lamorgese.