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Tridico: il 5 Stelle trombato da Ministro con lo stipendio triplicato all’Inps

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La vera storia del presidente dell’Inps: Tridico doveva diventare Ministro. Per ricompensarlo l’hanno parcheggiato, ma lo stipendio era troppo basso…

Lasciano gli italiani senza cassa integrazione e aiuti per l’emergenza economica. E intanto raddoppiano lo stipendio al responsabile di ciò, il presidente dell’Inps Tridico. Ecco l’ultima clamorosa porcheria del governo.

La storia di Tridico all’Inps non nasce come stiamo leggendo il 12 giugno 2019 con la lettera a Di Maio. Ma, in realtà, il 2 marzo 2018, quando in piena campagna elettorale per le politiche i 5 Stelle presentano Tridico come Ministro in pectore del Welfare del loro futuro governo.

Tridico Inps

Solo che come ministro, poi, Tridico viene trombato. Così pensano bene di dargli il contentino da presidente dell’Inps. Ecco perché oggi lo stipendio da presidente Inps non gli basta più e glielo raddoppiano portandolo da 62 a 150 mila euro.

 L’ho detto oggi intervenendo alla trasmissione Omnibus (guarda qui).

Tridico Inps

Tridico è stato protagonista di una serie di disastri nel frattempo. Ricorderete, ad esempio, quello provocato con il crash del sito dell’Inps durante il lockdown. E i conseguenti ritardi nell’accesso al bonus di 600 euro previsto per i professionisti. Fratelli d’Italia ha presentato un’interpellanza sul caso (guarda qui sotto).

Tridico, nonostante l’Inps spendesse già 508 milioni di euro, ha deciso di assumere ulteriori esperti (o sedicenti tali) per l’informatica. Tutti selezionati secondo criteri di fedeltà politica. Su tutte, spicca la nomina di Vincenzo Caridi a capo dei servizi di informatizzazione dell’Inps. Ha un ottimo curriculum, ma che non c’entra nulla con l’informatica.

Sapete perché è stato nominato? Perché è amico di Buffagni, il fedelissimo di Di Maio.

Ed ecco la storia raccontata come si deve. Perché gli piace tanto riempirsi la bocca con le parole “carità” (per giustificare l’assurdo metodo del reddito di cittadinanza), “trasparenza”, o “casta”. Ma poi non si vergognano neanche un po’ a mettere in pratica queste cose?