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Decreto Legalità, i boss mafiosi tifavano per l’ostruzionismo di Pd e M5S

Boss mafiosi scarcerati carcere reato di tortura processo. Ergastolo ostativo

Se l’ostruzionismo giallorosso al decreto fosse andato in porto molti boss sarebbero stati scarcerati

Grazie al Governo Meloni mafiosi e terroristi dovranno rimanere più a lungo in carcere prima di godere della libertà condizionata. È quanto prevede il decreto “Legalità”, convertito in legge nell’ultima seduta dell’anno della Camera. I media l’hanno semplicisticamente ribattezzato “Decreto Rave”, ma vale la pena ricordare, in particolare al Partito democratico e al Movimento 5 Stelle che hanno cercato in tutti modi di impedirne la conversione, che dentro il provvedimento c’è altro. A partire dall’aumento degli anni che boss mafiosi e terroristi dovranno passare in carcere prima di poter usufruire della libertà condizionata. Con il risultato che a tifare per l’ostruzionismo del Pd e del M5S al decreto legalità c’erano proprio i boss che, in caso di mancata conversione, sarebbero stati scarcerati.

Pericolo sventato, nonostante i tentativi dell’opposizione giallorossa di far decadere il decreto. Ci hanno prima provato parlando di incostituzionalità. Ci hanno riprovato negli ultimi giorni dimenticando che il provvedimento è entrato in vigore con la firma del Presidente della Repubblica Mattarella (qui il mio intervento su La7). Così come accadrà nei prossimi giorni, con la firma sotto la legge di conversione. Il decreto Legalità è dunque legge, e boss mafiosi e terroristi dovranno attendere ancora più a lungo prima di poter uscire dal carcere. Una battaglia, quella contro ogni mafia, che FdI combatte orgogliosamente da sempre, come, recentemente, nel caso dell’ergastolo ostativo.