Follia radical chic: un Comune a guida Pd fa la “guerra alle discriminazioni” usando il neutro schwa “ə” nelle comunicazioni istituzionali
E’ l’ennesima follia radical chic. La degenerazione totale del politicamente corretto. Un comune nel modenese ha deciso nelle comunicazioni ufficiali di declinare al neutro tutte le parole di genere maschile. E secondo questa istituzione serve l’uso del simbolo “ə” per garantire il “rispetto delle differenze”.
Niente più declinazioni maschili: il simbolo fonetico utilizzato sarà quello dello “schwa”, un carattere che non esiste nella lingua italiana. Si scrive così: “ə” e si pronuncia con una via di mezzo fra la “a” e la “e”. Così, secondo il municipio di Castelfranco Emilia (Modena), naturalmente a guida Pd, nessuno si sentirà discriminato.
Ecco tutto quello che è capace di fare la sinistra contro le discriminazioni, usare il neutro “ə” (schwa) nella lingua scritta. E’ uno dei primi se non il primo comune italiano a decidere ciò.
Tutto per, secondo la guida del Pd, utilizzare “un linguaggio più inclusivo”. “Il rispetto e la valorizzazione delle differenze sono principi fondamentali della nostra comunità”, si legge sulla pagina Facebook del Comune.
“Il linguaggio non è solo uno strumento per comunicare, ma anche per plasmare il modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo le relazioni”, si aggiunge.
La sostituzione al maschile universale (“tutti”) sarà sostituita da una desinenza neutra, (“tuttə”), con la “e” rovesciata, la schwa, appunto.
“Dopo la schwa per evitare maschili e femminili cos’altro si inventerà la sinistra per dimostrare la sua lontananza dagli italiani?”, ha commentato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Michele Barcaiuolo.
La scelta ha scatenato le polemiche sui social. E il Comune risponde ai cittadini: “Gentilissimǝ, grazie a tuttǝ per i vostri commenti e le vostre considerazioni.
Insomma è la solita sinistra che non fa nulla di concreto ma si inventa queste “crociate” simboliche. L’utilizzo del neutro “ə” schwa non è che l’ultima trovata. Ci avevano già provato a storpiare l’italiano con l’uso dell’asterisco, o coniugando “ministra” o “sindaca” al femminile. Per non parlare delle “genialate” sull’abolizione dei cioccolatini razzisti o della censura del film “Via col vento”, solo per citare alcune delle più assurde.