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Magistrati e “giglio magico” a braccetto: ora basta, ispezioni a Roma e Firenze

Da molti giorni le cronache ci raccontano delle indagini per corruzione che coinvolgono il magistrato Luca Palamara e di contatti fra politici e magistrati interessati alla corsa per la successione alla Procura di Roma.

Una vicenda davvero brutta e poco trasparente. Per questo Fratelli d’Italia ha chiesto in una interrogazione che il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in questa fase così turbolenta e delicata, assicuri la terzietà della Magistratura nelle inchieste giudiziarie nelle quali sono coinvolti esponenti politici, anche inviando ispettori alle Procure di Roma e Firenze.

Ancora una volta, fra quelli che si sono interessati alle nomine, saltano fuori i nomi di politici del Pd e del “giglio Magico”: Cosimo Ferri e Luca Lotti.

Il fedelissimo di Matteo Renzi, Luca Lotti, non è nuovo a vicende del genere. E’ recente la notizia che uno dei magistrati finiti in carcere per corruzione in Puglia, aveva chiesto e ottenuto con lui un incontro a Palazzo Chigi (LEGGI QUI).

E’ Antonio Savasta, accusato di aver “garantito positivi esiti processuali […] in cambio di ingenti somme di denaro”, aveva numerosi procedimenti in corso e cercava una sponda per ottenere un incarico a Roma ed eludere un probabile trasferimento.

L’incontro, tra l’altro, gli fu procurato da Luigi Dagostino, l’uomo in affari con Tiziano Renzi e che rappresentò il legame con Banca Etruria (LEGGI QUI). Lo stesso Dagostino è stato poi arrestato per false fatture e per questo è oggi a processo insieme ai genitori di Renzi (LEGGI QUI).

A prescindere da quelle che saranno le autonome decisioni del potere giudiziario, l’esecutivo ha il dovere di assicurarsi che le indagini delle Procure, con particolare riferimento a quelle che riguardano esponenti politici, non subiscano turbolenze di alcun genere.

Quello che sta accadendo rischia di minare non solo la credibilità della Magistratura, ma quella dello Stato tutto: crediamo che il governo, nei limiti delle proprie competenze, abbia il dovere di verificare il rispetto delle prerogative di legge.