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“Covid, subito la commissione d’inchiesta”, la mia intervista a La Stampa

Intervista a La Stampa

“Il M5S collabori se non ha nulla da nascondere. Sul Covid nel governo c’è armonia”

Progetto senza titolo 1
Progetto senza titolo 1

Giovanni Donzelli è uno dei pochi fedelissimi di Giorgia Meloni che non è entrato al governo. Non è un caso: a lui, responsabile dell’organizzazione di FdI, è affidata la gestione di un partito cresciuto enormemente in poco tempo.

Donzelli, cosa vuole indagare la commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid che chiedete di istituire?

Il parlamento ha il dovere di fare chiarezza su tutto e soprattutto su piano pandemico e le commesse di quei mesi. Dall’opposizione abbiamo chiesto molte di vedere i documenti, ma la trasparenza è mancata.

Le opposizioni temono che sia ispirata da uno spirito di vendetta, è così?

Lo spirito è esattamente l’opposto: pacificare il popolo con le istituzioni. I primi a meritarlo sono medici, infermieri, personale sanitario e tutte le persone che hanno perso i loro cari. Il Movimento 5 Stelle, se non ha nulla da nascondere, sono sicuro che vorrà collaborare.

Passerà il messaggio “è stato tutto sbagliato”?

No. Gli errori umani sono comprensibili. Noi però vogliamo capire se qualcuno ha guadagnato con la gestione della pandemia.

Non si rischia, in questo modo, di alimentare le molte teorie complottistiche dei No Vax?

Non facciamo confusione. Ai vaccini pensa la scienza, noi stiamo parlando di politica. I regali ai No Vax si fanno non rendendo pubblici i documenti. I deliri di alcuni No Vax si nutrono proprio dell’opacità.

Fra poco si voterà in Lombardia e Lazio, due regioni potenzialmente oggetto dei lavori della commissione. Esclude che la campagna elettorale venga inquinata da veleni sulla gestione del Covid?

I tempi non coincideranno, noi contiamo di istituire la commissione presto, ma lo sviluppo dei lavori andrà oltre alla data delle Regionali. In ogni caso non faremo campagna elettorale su questi temi.

Rischiate di mettere in imbarazzo la gestione sanitaria della Lombardia, la Lega non ne sarà contenta.

Potrebbe invece emergere che molte delle colpe attribuite alla Lombardia siano invece state del governo centrale, come dimostra la vicenda delle zone rosse. In Lombardia non si sono dovute mandare al macero le mascherine come nel Lazio.

Il Covid sta tornando prepotentemente, il vostro governo è stato preso alla sprovvista?

Il governo si è fatto trovare pronto, siamo stati i primi a porre all’Ue la questione degli ingressi dalla Cina.

Vi si accusa di ambiguità sui vaccini.

Qui non ci sono No Vax. I vaccini hanno salvato le vite. Quelle che noi contestiamo sono le scelte politiche, l’obbligo vaccinale e il Green Pass.

Forza Italia si è smarcata pubblicamente.

Capisco la smania di cercare divisioni, ma le assicuro che al governo e in maggioranza c’è un’armonia totale.

Capitolo Manovra: c’è più rammarico per le cose che non avete fatto o la soddisfazione per essere riusciti a evitare l’esercizio provvisorio?

Prevale la soddisfazione per le cose fatte. Siamo riusciti a portare a casa provvedimenti che fanno parte del nostro programma, penso al cuneo fiscale, alla Flat Tax, le pensioni minime. Viste le condizioni di partenza e il tempo a disposizione, non pensavo fosse possibile. Il tutto con il consenso dell’Ue. È ovvio che si tratta dell’inizio di un percorso.

Gli scontri con i funzionari del Mef hanno pesato?

Il fatto che abbiamo approvato la manovra prima di quanto fece il governo Draghi dimosta che la macchina dello Stato deve essere migliorata, ma funziona e ne abbiamo pieno controllo.

Quindi non serve il machete come ha suggerito il ministro Crosetto?

Serve meritocrazia, ma non saremo certo noi a mandare via funzionari bravi solo perché hanno tessere di altri partiti.

La riforma presidenziale passerà?

È un obiettivo di questa legislatura.

Avete un accordo di massima con il Terzo Polo?

Il fatto che sia stato approvato un ordine del giorno di un deputato di Italia Viva sulla prescrizione non vuole dire che ci un accordo politico con quel partito.

L’accelerazione di Calderoli sull’autonomia è stata opportuna?

Maggiore autonomia e presidenzialismo viaggeranno insieme. Sono due riforme che servono a modernizzare l’Italia.

Le Ong accusano: con le nuove regole si mettono a rischio le vite umane. Vi prendete questa responsabilità?

Evitare i salvataggi multipli è una tutela per i naufraghi: se si salva qualcuno in mare è urgente portarlo subito a terra.

Il punto di vista delle associazioni è molto diverso.

Il fatto che si lamentino dimostra che il loro obiettivo è fare pressioni politiche sui governi. Noi però a differenza loro, non aiutiamo gli scafisti.

Non c’è stata necessità. Nessuno ha sollevato dubbi sulla linea. La scelta di Francesco Rocca è stata condivisa. Giorgia ascolta tutti e poi decide. E normalmente le indovina.

La scelta del candidato del Lazio ha creato qualche malumore all’interno di Fratelli d’Italia. Nel vostro statuto sono previste le primarie, perché non le avete fatte?