Matteo Ricci ammette: sono stati gli esecutivi a guida Pd a tagliare la spesa sanitaria. Ora non gli resta che ammettere gli ottimi risultati della Giunta Acquaroli
“Dal 2011 in poi l’Italia e l’Europa hanno portato avanti una politica di austerità, di conseguenza di riduzione o rivisitazione della spesa pubblica, compresa la spesa sanitaria”. Tradotto: i tagli alla sanità sono responsabilità di chi è stato a Palazzo Chigi dal 2011 in poi. Parole e musica del candidato alla presidenza della Regione Marche Matteo Ricci, portabandiera della sinistra-centro contro il presidente uscente Francesco Acquaroli, sostenuto dal centrodestra.
La candida ammissione di Ricci sui tagli alla spesa sanitaria
Un’involontaria operazione-verità, quella di Ricci, che smonta in pochi secondi la narrazione a cui il Pd e i suoi alleati ci hanno abituato: a tagliare la sanità è il governo Meloni. “Dal 2011 in poi”, ha detto l’europarlamentare del Pd, e allora riprendiamo l’elenco dei governi che si sono succeduto in quell’arco di tempo: Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi. Fatta eccezione per gli esecutivi tecnici, a governare, e a tagliare la sanità sono stati governi a guida Pd. Certo, poteva precisare che il Governo Meloni, al contrario, ha incrementato il fondo sanitario, ma sarebbe stato troppo. Tanto basta per ringraziare Ricci per la sua onestà intellettuale. Ma solo per quella.
Sì, perché se oggi le Marche hanno l’assistenza ospedaliera al top e quella sul territorio in crescita, collocandosi nella parte sinistra della classifica delle Regioni con la migliore sanità, il merito è di Francesco Acquaroli e della giunta di centrodestra, che dal centrosinistra hanno ereditato una situazione tutt’altro che rosea. E per i tagli ricordati da Ricci e per scelte lontane dalle esigenze dei cittadini.
Marche, con Acquaroli inversione di tendenza nella sanità
“Dal 2012 al 2020 la sanità è stata sottofinanziata e con la burocrazia sono stati chiusi presidi, strutture sanitarie e questo è stato fondamentale per la degenerazione del sistema che scarica tutto sull’emergenza-urgenza, sulle liste d’attesa e sugli ospedali. Oggi servono risorse, ma le risorse vanno spese bene e organizzate e gestite in modo equilibrato, altrimenti se non è gestita bene non è la soluzione del problema”, ha ricordato Acquaroli.
“C’è stata una grande discontinuità dal 2020 ad oggi. Abbiamo adeguato le aziende ad un modello più aderente, con un livello di governance provinciale e più vicino alle reali esigenze, abbiamo scritto un piano sanitario studiando il fabbisogno reale. Stiamo ricostruendo la sanità su tutto il territorio, divenendo un modello nazionale , perché non vogliamo cittadini di serie A e di serie B”, ha aggiunto Acquaroli, rivendicando il potenziamento delle erogazioni delle prestazioni, l’aumento dei punteggi relativi ai livelli essenziali di assistenza e l’avvicinamento del sistema sanitario alle esigenze dei cittadini di ogni angolo delle Marche, investendo “nei punti salute, nelle aggregazioni funzionali territoriali, nelle farmacie dei servizi” e avviando “la costruzione di nuovi ospedali e l’adeguamento degli attuali”.
Risultati concreti ottenuti nonostante la pesante eredità, in parte figlia dei tagli alla sanità imposti dai governi di centrosinistra. Lo ammette persino l’illustre esponente del Pd Matteo Ricci.