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Firenze, imprese “apri e chiudi”: 288 indagati e 30milioni sequestrati

Reclutavano manodopera a costi bassi, favorivano l’ingresso di immigrati irregolari e producevano documentazione falsa per rinnovare il permesso di soggiorno a 72 orientali: in 33 sono finiti agli arresti domiciliari grazie alla maxi indagine della Guardia di Finanza a Firenze sulle imprese “apri e chiudi”

Ecco un altro risultato del pugno duro contro le imprese “apri e chiudi”, raggiunto anche grazie alla norma fortemente voluta dal Governo Meloni contro questi reati odiosi a danno del nostro tessuto economico e degli imprenditori onesti. Grazie alle indagini della Guardia di Finanza di Firenze sono state indagate 288 persone, disposte 47 misure cautelari e sequestrati 30 milioni di euro. Accumulavano debiti erariali e previdenziali per centinaia di migliaia di euro, chiudevano le aziende e ne aprivano altre con nuovi prestanomi, reclutando manodopera a costi bassi e favorendo l’ingresso di immigrati irregolari e producendo documentazione falsa per rinnovare il permesso di soggiorno a 72 orientali.

La maxi indagine della Guardia di Finanza a Firenze

Nell’inchiesta su imprese ‘apri e chiudi’ condotta dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla locale Procura, sono – in totale – 288 le persone indagate tra professionisti italiani, imprenditori e prestanome cinesi, operanti nel distretto fiorentino-empolese di tessile, abbigliamento e calzaturiero, e quattro società a responsabilità limitata.

Sono, invece, 47 le misure cautelari disposte. 33 persone, tra cui quattro commercialisti, sette loro dipendenti e 22 imprenditori orientali, sono agli arresti domiciliari. Per altri tredici imprenditori la misura è quella dell’l’obbligo di dimora e per un dipendente di uno studio professionale l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Ancora in corso di esecuzione il sequestro di beni e conti per 30 milioni di euro, ritenuto il provento della presunta sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Accumulavano debiti erariali per centinaia di migliaia di euro e poi chiudevano

Le indagini sono partite nel 2019 da una segnalazione dell’Inps dopo che alcune aziende avevano accumulato debiti erariali e previdenziali per diverse centinaia di migliaia di euro, in un caso per oltre 10 milioni. Dalle complesse indagini, è emersa l’esistenza di tre associazioni per delinquere finalizzate a bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e favoreggiamento della immigrazione clandestina.

Tre filoni di inchiesta al centro delle quali, secondo la Procura fiorentina, sarebbe preminente la figura del professionista, come consigliere degli imprenditori cinesi votati alla sistematica evasione delle imposte. Il sistema per l’accusa era quello delle aziende ‘apri e chiudi’: gli imprenditori cinesi producevano e vendevano avvalendosi di più ditte individuali intestate a teste di legno ma di fatto da loro gestite. Quando le imprese individuali maturavano consistenti debiti con l’Erario venivano chiuse: la produzione proseguiva con nuove aziende, intestate a prestanome ma con gli stessi dipendenti e macchinari, l’Erario invece non riusciva a far valere i proprio crediti nei confronti delle teste di legno, spesso irreperibili o nullatenenti.

Inoltre, secondo gli inquirenti, i consulenti fiscali, insieme a cinque imprenditori, avrebbero anche reclutato manodopera a costi bassi, favorendo l’ingresso di 3 immigrati irregolari e prodotto documentazione falsa tesa per rinnovare il permesso a 72 orientali.

Marcheschi: “Per l’esecutivo il contrasto all’illegalità è centrale”

“Esprimendo il nostro plauso alle donne e agli uomini della Guardia di Finanza di Firenze per il risultato raggiunto nell’indagine a contrasto delle cosiddette imprese ‘apri e chiudi’ nel distretto economico tra Firenze ed Empoli, è un fatto tangibile che uno strumento normativo fortemente voluto dal governo Meloni fin dal suo insediamento, ed inserito nella legge di bilancio 2023, stia dando conferma di efficacia, rappresentando un dispositivo ulteriore per gli inquirenti e per le Forze dell’Ordine nel contrasto ad un fenomeno odioso che mina, dalla base, l’economia sana dei nostri territori.

Sono i numeri a dimostrarlo, così come quelli di oggi, raggiunti grazie al lavoro e all’impegno costanti delle fiamme gialle: nel solo 2023, la guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate hanno chiuso, in Toscana, ben 251 partite Iva. Per l’esecutivo il contrasto all’illegalità economica è centrale e fa parte delle priorità. Sono finiti i tempi di coloro che, rubando allo Stato, compromettono il lavoro degli imprenditori onesti”, ha dichiarato Paolo Marcheschi, senatore fiorentino di Fratelli d’Italia.