Non cade nella facile tentazioni di unirsi al coro delle accuse di odio e xenofobia. Per lui, Dede Mehilli – già vicepresidente del Consiglio degli Stranieri di Firenze e consigliere aggiunto al Quartiere 3 – “quel decalogo contiene solo norme di buon senso e civiltà, che parlano di comportamenti indispensabili per la convivenza. Se uno vuole vivere in una società civile – spiega, prendendo le distanze dalle accuse piovute sul vademecum presentato dal gruppo regionale di Fratelli d’Italia – deve portare con sé e rispettare una serie di doveri, a partire da quello di imparare la lingua.
Nulla da eccepire, è sacrosanto ed è così che funziona in altri Paesi: per avere la cittadinanza inglese, ad esempio, la lingua è un requisito fondamentale. E anche in Italia, in fondo, oggi molti Comuni mettono a disposizione degli stranieri tutti gli strumenti per integrarsi, a partire dai corsi gratuiti di lingua tenuti dai mediatori culturali. Non credo che il volantino contenga discriminazioni, anche perché spiega chiaramente che i comportamenti censurati sono reato anche se compiuti dagli italiani. Mi sono confrontato con persone più vicine alla sinistra – conclude Mehilli – e anche loro a volte sono scontenti del comportamento tenuto dagli stranieri. Qui si tratta di presentare un quadro di regole elementari di civiltà, rispettandole nessuno si troverà male”.