“Certa sinistra è complice dei violenti”. La mia intervista a La Verità

Le Forze dell’Ordine fanno bene a porre il tema della complicità di alcune forze politiche con i criminali

di Federico Novella

Qual è stato l’elemento fondamentale che ha portato alla liberazione di Cecilia Sala in maniera così tempestiva?

«Grazie a Giorgia Meloni che ha lavorato con capacità, discrezione e determinazione, ha funzionato il sistema Italia. Un bel gioco di squadra. A partire dall’Aise: gli uomini che lavorano riservatamente per la Patria nel mondo sono i custodi della nostra sicurezza».

Volare in Florida da Donald Trump è stata anche una scommessa per Meloni? Non c’erano garanzie che l’esito sarebbe stato positivo. Il rischio di fallire era concreto?

«Facendo parte del Copasir, non posso entrare nei particolari. Mi limito a dire che con il governo Meloni nessun italiano rimane indietro. E credo inoltre che questa vicenda, risolta felicemente, abbia anche un risvolto culturale».

Che cosa intende?

«Abbiamo ricordato a tutti che la sacralità della persona e della vita umana fa parte dei valori tradizionali della destra italiana. Per noi essere cittadini italiani ha un valore, e questo governo non volterà mai le spalle agli italiani in difficoltà, dentro e fuori i confini nazionali».

In realtà, dopo la conferenza stampa di inizio anno del Presidente, il segretario del Partito democratico Elly Schlein vi accusa di aver “dimenticato” i problemi degli italiani.

«Una polemica surreale. Se i giornalisti amici della sinistra, in conferenza stampa, fanno domande solo su Elon Musk, Meloni risponde di conseguenza. Cosa avrebbe dovuto fare? Avremmo parlato volentieri anche del potere d’acquisto degli italiani, che è aumentato notevolmente, o dell’occupazione femminile, del più grande investimento di sempre sulla sanità, o degli sforzi per aiutare il ceto medio con la finanziaria. Se l’opposizione ha l’ossessione di Musk, non è certo colpa nostra».

Stefano Bonaccini dice che bisogna “difendere l’autonomia del Paese”, riferendosi alle presunte trattative con l’Italia riguardante i satelliti Star-link.

«Non prendiamo lezioni dal Partito democratico, dove sono sempre stati pronti a svendere l’interesse nazionale al primo offerente. Invece è proprio per il bene della Nazione che occorre confrontarsi sulle nuove tecnologie e capire cosa serve davvero all’Italia, senza paraocchi ideologici».

I satelliti di Starlink sono una scelta obbligata, visto che l’Europa è ancora indietro su certe infrastrutture, e l’unica alternativa è targata Pechino?

«Certamente non abbiamo interesse a sottometterci ulteriormente alla Cina, che già minaccia l’integrità di alcuni nostri comparti economici. Detto questo, sostenere che ci sono accordi segreti con Musk è una bufala, che è stata già smentita».

Dunque?

«Se Musk è pronto a fornire servizi all’Italia, dobbiamo valutare serenamente quale sia l’opzione migliore, avendo a cuore l’interesse nazionale. Il nervosismo della sinistra deriva dal loro approccio molto ideologico e poco pragmatico, unito al tentativo di sollevare polveroni per nascondere i successi internazionali di Giorgia Meloni».

Come può Soros essere più pericoloso di Musk, che per giunta fa parte del nuovo governo Usa?

«Su molti temi non mi trovo d’accordo con Musk: non ho il suo stile di vita, anche perché lui è multimiliardario e io no. Ma il punto è un altro: Musk esprime semplicemente le sue idee, non nasconde nulla, sulla sua piattaforma social rifiuta qualsiasi forma di censura. La vera “ingerenza” è quella di Soros, che scorrettamente sovvenziona campagne elettorali e finanzia politici e associazioni in mezzo mondo».

L’asse Trump-Meloni è una minaccia per l’Europa?

«Al contrario: le buone relazioni di Giorgia Meloni in tutto il mondo sono una risorsa preziosa per l’Italia e per l’Europa. Per esempio, sul fronte ucraino, l’Europa ha potuto prendere decisioni importanti grazie al dialogo tenuto aperto con Orbán da Giorgia Meloni. Abbiamo finalmente una relazione con l’India, senza contare gli ottimi rapporti con l’amministrazione americana, sia quella uscente che quella entrante. Questa rete di relazioni è un valore aggiunto importantissimo».

Dunque, un’Italia vicina a Trump è un vantaggio per tutti?

«L’Italia, storicamente, è sempre stata votata alla mediazione. Soprattutto nella Prima Repubblica, e durante i governi Berlusconi, abbiamo fatto da ponte tra realtà lontane e diverse tra loro. Grazie a Giorgia Meloni, riprendiamo e rilanciamo esponenzialmente questa tradizione e torniamo al centro del quadro geopolitico: l’Europa non può che guadagnarne».

Dopo la diffusione dei video dell’inseguimento, i carabinieri coinvolti nel caso di Ramy Elgaml, il ragazzo egiziano morto a Milano, sono al centro della bufera. Lei come si schiera?

«Dalla parte dei ragazzi in divisa. Quando muore un ragazzo è sempre una tragedia. Ramy, qualunque cosa avesse fatto, non meritava di morire, era solo il passeggero su quella moto. Però i colpevoli non sono i carabinieri che stavano facendo il loro dovere, ma chi quella moto la stava guidando, in quel modo così avventato, senza essersi fermato all’alt».

Resta l’indignazione generale per la condotta degli agenti in divisa. Cosa si aspetta?

«Negli ultimi mesi non si è mai fermato il tentativo di delegittimare e indebolire le forze dell’ordine: se diventano “debolezze dell’ordine”, finiamo nel Far West. Invece della forza del diritto, arriva il diritto del più forte. E a pagare saranno i più deboli che non possono difendersi, i cittadini che abitano le periferie perché non possono permettersi l’attico in centro, o le donne che devono uscire di casa da sole e chi pretende di non essere molestato per strada. La sicurezza non è un capriccio della destra, ma un prerequisito di libertà».

Insomma, c’è un clima ostile nei confronti delle Forze dell’Ordine, che rischia di pregiudicarne il lavoro?

«Se i poliziotti e i carabinieri da domani avessero paura di lavorare, o se pensassero che rincorrendo uno spacciatore rischierebbero l’incriminazione, finirebbero in una condizione di disparità. Metteremmo a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Le Forza dell’Ordine devono sapere che, con noi al governo, lo Stato è dalla loro parte».

A Torino i centri sociali assaltano le caserme, per vendicare la morte del ragazzo.

«Il sindaco di Torino ha fatto errori gravi: vuole addirittura regalare al centro sociale più violento d’Italia, Askatasuna, l’immobile che occupano. Per fortuna lo stiamo bloccando noi di Fratelli d’Italia dalla Regione, grazie al nostro assessore Maurizio Marrone».

Il sindacato locale della polizia ha parlato di “criminali spalleggiati da amministrazioni locali accondiscendenti, e una politica nazionale che strizza l’occhio al radicalismo”.

«Le forze dell’ordine fanno bene a porre il tema della complicità di alcune forze politiche con i criminali. Qualcuno a sinistra considera ancora i centri sociali dei bravi ragazzi, che scendono in piazza meritoriamente contro il “pericolo fascismo”. Il vero pericolo viene dai figli di papà della sinistra che attaccano gli agenti in divisa, assaltando le camionette e lanciando bombe carta».

Questa che lei chiama “complicità” nasce da un’affinità ideologica con i manifestanti violenti?

«Credo sia il frutto di superficialità, e mancanza di profondità culturale. Il vecchio partito comunista, che era più a sinistra di Schlein, rispetto agli estremisti aveva la forza di prendere posizione in maniera netta. Oggi la sinistra ha meno spessore, meno consapevolezza. Vorrei ricordare ai radical chic che se subissero un furto in casa, non telefonerebbero ai loro amichetti dei centri sociali, ma chiamerebbero anche loro i Carabinieri».

Ha visto la nuova serie tv su Mussolini, tratta dal libro di Antonio Scurati?

«Sono un curioso, quando ci sarà occasione magari la vedrò, non ho preclusioni. E facendo politica sono molto appassionato alle vicende storiche del nostro Paese».

Il pericolo fascismo è anche un prodotto da vendere, con libri e film?

«A me sembra che gli unici fissati col fascismo e con Mussolini siano gli intellettuali di sinistra. Agli italiani interessa avere soluzioni alle loro difficoltà quotidiane, le tasse, la sanità. Mentre i cittadini guardano al futuro, la sinistra vive nel passato, fuori dalla realtà, intrappolata nei suoi “film”».