La vicenda delle concessioni minerarie della Solvay a Saline di Volterra sbarca in Regione, portata sul tavolo del Presidente della Giunta Enrico Rossi da un’interrogazione dei consiglieri regionali del PdL Giovanni Donzelli, Roberto Benedetti e Nicola Nascosti. “Abbiamo chiesto chiarimenti tecnici sulle procedure autorizzative bocciate più volte dal TAR e dal Consiglio di Stato e garanzie sulle conseguenze per l’Alta Val di Cecina sia per il consumo di acqua a discapito della popolazione e delle imprese agricole che sull’assetto idrogeologico della zona”, spiegano i consiglieri regionali del PdL. “Alla necessaria attenzione nel preservare i posti di lavoro garantiti dall’attività di Solvay in Toscana deve affiancarsi la tutela di altre attività economiche, anche agricole, e con la garanzia sull’approvvigionamento idrico di intere vallate. Per ci auguriamo che l’azienda e le istituzioni di Volterra riescano a trovare un accordo sulla rinegoziazione del contratto. Nel frattempo questo – concludono Donzelli, Benedetti e Nascosti – noi abbiamo chiesto al Presidente Rossi trasparenza sullo stato delle autorizzazioni e sulla tutela del territorio”.
A seguire il testo dell’interrogazione depositata
Interrogazione a risposta scritta Oggetto: In merito alle concessioni minerarie denominate “Poppiano” e “Cecina”·
Vista la delibera GRT n. 4/2004 in cui veniva rilasciata pronuncia positiva di compatibilità ambientale sul Progetto di Rinnovo delle concessioni minerarie per l’estrazione del minerale solido – cloruro di sodio- denominate “Poppiano” e “Cecina” e per la modifica sostanziale dell’attività estrattiva nelle concessioni denominate “Volterra”, “Poppiano” e “Cecina”, e le relative opere connesse, ricadenti nei comuni di Volterra, Pomarance e Montecatini Val di Cecina (PI).·
Preso atto che con decreti regionali nn. 2875 e 2876 del 17.05.2006 venivano rinnovate le concessioni minerarie “Cecina” e “Poppiano”.· Evidenziato che con sentenze nn. 1048, 1049 e 1050 del 03.07.2007, il TAR Toscana -pronunciandosi sui ricorsi di Legambiente, WWF ed Italia Nostra, avverso la suindicata delibera di VIA G.R. n. 4/2004 ed altresì avverso i citati decreti del Settore regionale “Miniere ed Energia” concernenti il rinnovo delle concessioni minerarie “Cecina” e “Poppiano” – annullava questi ultimi.·
Preso atto che tali sentenze venivano confermate dal Consiglio di Stato, rispettivamente, con sentenze nn. 5263,5262 e 5261 del 2009.·
Evidenziato che la prescrizione 1/7 e la correlata prescrizione 1/9 di cui all’allegato alla delibera GRT n. 4/2004 prevedeva lo sviluppo del progetto IDROS proposto da Solvay ed Alisale che consisteva, in particolare, nella previsione di uno stoccaggio aggiuntivo da destinarsi al fabbisogno idropotabile, quale misura compensativa ambientale individuata dall’Autorità competente della VIA sulla base delle risultanze istruttorie e relative proposte emerse nelle Conferenze dt Servizi svolte sul progetto in oggetto.·
Ricordata la delibera GRT n. 926/2008 con cui venivano modificate le prescrizioni 1.7,1.8, 1.9 e 1.10 di cui al verbale allegato alla delibera G.R. n. 4/2004 e , in particolare, veniva sostituita la prescrizione 1/7 con una nuova formulazione in cui si prevedeva “…Oltre alla realizzazione del progetto IDRO-S per uso industriale, la società Solvay dovrà concorrere con la somma di Euro 4.650.000, come determinata dagli Uffici Tecnici del Genio Civile di Lucca e Pisa e di Livorno, corrispondente alla cifra necessaria alla realizzazione del progetto IDRO-S per la parte idropotabile, quale contributo alla realizzazione di idonee misure volte a risolvere la crisi idrica dell’Alta Val di Cecina. A tal fine, la cifra di cui sopra dovrà essere versata al soggetto attuatore delle misure progettuali alternative quali la realizzazione dell’invaso in località Puretta, come proposto dallo stesso proponente e come riconosciuto da ASA nella conferenza di servizi esterna del 27 febbraio 2008…”.·
Preso atto che con sentenze nn. 6867 e 6868 del 23.12.2010, il TAR Toscana, pronunciandosi sui ricorsi di Italia Nostra e WWF, annullava anche la suindicata delibera G.R.T. n. 926/2008 ed altresì i decreti del Settore regionale “Miniere ed Energia” nn.1755 e 1756 del 17 aprile 2009 concernenti il rinnovo delle concessioni minerarie “Cecina” e “Poppiano” rilevando “il carattere palesemente vago ed inconsistente” della nuova prescrizione 1/7 che “non raggiunge i requisiti minimi di contenuto precettivo”.
Evidenziato che secondo il TAR “la misura individuata in alternativa allo stoccaggio aggiuntivo previsto dal progetto “IDRO-9”, parte idropotabile, è un progetto di invaso non ancora approvato ed anzi, come dice la difesa stessa, tuttora (2010) sottoposto a VIA da parte del settore competente dell’Amministrazione Regionale. Ancora oggi, perciò, non vi è alcuna garanzia che il progetto possa essere effettivamente approvato e poi eseguilo: non si può escludere che sorgano ostacoli (ad es in sede di VIA) tali da precludere l’ulteriore iter del relativo procedimento approvativo.” e “Ancora minori certezze da, poi, la pretesa garanzia aggiuntiva di destinare la somma addossata alla società proponente, ove l’invaso in località Puretta sia inadeguato od impossibile da realizzare, ad altre misure comunque idonee a soddisfare il fabbisogno idrico”.·
Evidenziato che, nelle more, con deliberazione n. 837 del 03.10.201 l, la Giunta Regionale esprimeva, “ai sensi dell’art.23 del D.Lgs.152/2006, pronuncia favorevole di compatibilità ambientale sul progetto per la “Realizzazione di un invaso artificiale in località Puretta”.·
Vista l’istanza del l8 ottobre 201l, con cui le Società Solvay Chimica Italia e Atisale S.p.A, richiedevano di confermare la valutazione di impatto ambientale del 2004 sul progetto di coltivazione mineraria di salgemma di Poppiano e Cecina e definire i termini entro i quali debbono essere realizzate le relative opere alla luce delle indicazioni provenienti dalle sopra citate decisioni del TAR Toscana.·
Preso atto che durante la Conferenza dei Servizi del 22 dicembre 2011, l’amministrazione di Volterra ha espresso la propria contrarietà all’accoglimento dell’istanza suddetta adducendo motivazioni “massimamente tecniche”.·
Ricordato che la coltivazione delle concessioni minerarie è ad oggi impedita per ragioni che non riguardano solo l’approvvigionamento idropotabile, ma anche quello industriale relativo al cosiddetto Progetto IDRO-S del quale risulta ad oggi impraticabile la realizzazione.·
Evidenziata la necessità di provvedere all’accertamento di quanta acqua industriale sia necessaria per la coltivazione e di dove essa verrà reperita, tramite accertamenti ed elaborazioni tecniche e progettuali, che tengano conto della quantità di salamoia effettivamente estratta, solo dalla quale è possibile evincere l’effettiva quantità di acqua utilizzata.·
Preso atto che l’ultimo aggiornamento delle esigenze idropotabili dell’Alta Val di Cecina risale al 2004 e che l’eventuale invaso di Puretta parrebbe avere una capienza inferiore a quella stabilita nel 2004;·
Evidenziato che comunque, anche quando fosse sufficiente, l’invaso di Puretta dovrebbe essere considerato una precondizione per la coltivazione, e non un onere aggiuntivo e posteriore.·
Ricordato che ad oggi permane la sofferenza del fiume Cecina nel periodo estivo-autunnale, causata dall’eccessivo sfruttamento industriale a valle del Ponte di Ferro.·
Ricordato che la dissoluzione delle lenti e dei banchi di salgemma determina la formazione di cavità di grandi dimensioni nel sottosuolo che sotto il peso dei terreni sovrastanti vengono a richiudersi per schiacciamento e per crolli, creando quindi in superficie fenomeni di subsidenze che possono produrre smottamenti, voragini e frane e formazione di laghi salati.·
Preso atto che le quantità di salgemma estratte da Solvay sono incrementate dalle 36.000 tonnellate del 1915 ai quasi 2 milioni di fine anni ’90.·
Considerata comunque l’importanza di preservare l’impatto occupazionale della Solvay nei nostri territori.
INTERROGANO IL PRESIDENTE PER SAPERE
-Lo stato dell’arte delle autorizzazioni per l’estrazione da parte di Solvay in Val di Cecina
Come le Istituzioni intendano tutelare il fabbisogno idropotabile dell’Alta Val di Cecina
Se soggetti diversi da Solvay hanno mai verificato la quantità di acqua prelevata dal fiume Cecina.
-Se ritiene che l’attuazione del contratto potrebbe avere ricadute negative sullo sviluppo turistico e sulla attività agricola dell’alta Val di Cecina.
-Se sono stati valutati correttamente i rischi idro-geologici legati a queste quantità di estrazione di salgemma nell’Alta Val di Cecina.
-Se ritiene che le ripetute bocciature del TAR potrebbero spingere la Regione a riconsiderare la determinazione fin qui dimostrata nel proseguire sulla strada intrapresa.
Giovanni Donzelli
Roberto Benedetti
Nicola Nascosti