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Bimbo autistico deriso dalle insegnanti

autismo

Un bambino di sei anni deriso e offeso sulla chat delle insegnanti perchè autistico. 

E’ una storia agghiacciante, che fa male a chi è genitore e a tutte quelle insegnanti che mettono amore e devozione nel loro impegno quotidiano. 

E’ una storia terribile, denunciata dalla mamma del piccolo, per il peso umano dei protagonisti coinvolti: gli insegnanti. Un ruolo fondamentale nella nostra società, che dovrebbero tutelare i nostri figli. 

La vicenda

La vicenda è accaduta a Roma ed è riportata da quotidiani e siti internet. Fa male solo leggerla. 

Il piccolo è affetto dal disturbo dello spettro autistico. A gennaio, con i suoi genitori, si ammala di Covid e dovrà rimanere a casa per almeno due settimane. 

In quel momento si scatena, secondo il racconto della mamma, la violenza verbale di due insegnanti di ruolo in una chat con la docente di sostegno e l’assistente all’autonomia del bimbo.

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Deriso perchè autistico in un gruppo Whatsapp

Messaggi agghiaccianti in chat

Le conversazioni riguardano lo stato di salute del piccolo. Ma la speranza, che emerge dai messaggi, è che il bambino autistico non torni a scuola. 

“Lui è tornato a scuola? Almeno ci prepariamo all’evento” si scrivono in chat. L’insegnante di sostegno rispondeva, “Hanno fatto il tampone ma sono ancora positivi, quindi la giornata comincia bene” con allegate emoticon di risate. 

E poi ancora, “Mi dispiace per loro, ma a noi ci dice bene”, “non svegliate il cane che dorme, speriamo continui a dormire”. 

Il piccolo, che su consiglio dei medici frequenta ancora la scuola materna e non la prima elementare, dopo qualche tempo rientrerà in classe. 

Il silenzio della scuola

Sarà l’ex assistente all’autonomia del bimbo a svelare la chat delle insegnanti. Così la mamma si presenta a scuola, chiede spiegazioni ma nessuno gliele fornisce, neanche il vicepreside. Le insegnanti negano assolutamente quei messaggi. Da quel giorno, denuncia la mamma del bimbo, nessuno pare l’abbia contattata.

Adesso è il momento che si attivino le istituzioni, Comune di Roma e Ministero dell’Istruzione in primis. 

Queste persone non possono insegnare. Quel bambino, potrebbe essere figlio di tutti.