Il terrorista rosso Luigi Bergamin deve essere estradato e scontare la sua pena nelle carceri italiane.
L’Italia intervenga subito e vada a prendere questo pluriomicida.
Chi è Luigi Bergamin
Bergamin è uno dei dodici latitanti italiani, ormai da tempo, riparati in Francia, grazie ai favori voluti dall’ex presidente francese Mitterrand, che è stato arrestato nel blitz dell’aprile dello scorso anno.
E’ stato leader insieme a Cesare Battisti dei Pac, i Proletari armati per il Comunismo e deve scontare una condanna a 23 anni inflittagli nel 1990. Uccise il comandante del carcere di Udine, Antonio Santoro.
Giustizia italiana indulgente
Ma la giustizia italiana è stata incomprensibilmente molto indulgente con il terrorista rosso e nel 2008 tutte le condanne minori di Bergamini vengono dichiarate prescritte.
Tanto che l’11 maggio dello scorso anno una sentenza della Corte d’assise di Milano aveva addirittura dichiarata prescritta la condanna.
E grazie a quella sentenza, la Corte d’appello di Parigi avrebbe soltanto potuto archiviare la richiesta d’estradizione avanzata dall’Italia.
Da quel momento il complice e amico di Cesare Battisti sarebbe tornato ad essere un cittadino libero a tutti gli effetti.
“Delinquente abituale”
Ma ieri la Suprema Corte di Cassazione ha tolto ogni speranza al terrorista. Infatti secondo gli ermellini l’ex leader dei Pac è un “delinquente abituale”, per cui la sua condanna non si prescrive.
Quindi, scrivono i giudici, Bergamin deve essere estradato e scontare la pena in Italia.
La mobilitazione degli intellettuali di sinistra
Come la storia ci ha insegnato, se si parla di terrorismo rosso l’intellighenzia di sinistra, in Francia ma anche in Italia, si mobilita per la sorte di assassini come Bergamini e Battisti.
Prese di posizioni impressionanti, senza un briciolo di vergogna, che soprattutto mancano di rispetto alle decine di vittime cadute sotto i proiettili del terrorismo rosso.
Fratelli d’Italia si batterà in ogni sede per garantire l’esecuzione della pena di Bergamin e di tutti gli altri terroristi.
Per lui e per i suoi compagni, è l’ora che si aprano le porte delle patrie galere. Poi capiremo perchè la giustizia italiana lo abbia lasciato libero di continuare a sparare.