Altro che Festa del lavoro: il Primo maggio a Trieste è diventato ormai un appuntamento fisso per offendere la memoria degli italiani uccisi e esiliati dal regime titoista. Siamo sconcertati dalla presenza, avvenuta ancora una volta ieri, delle stelle rosse e bandiere titine al corteo di Cgil, Cisl e Uil. I segretari Camusso, Furlan e Barbagallo condannino pubblicamente il fatto e chiedano scusa.
L’episodio è aggravato dal fatto che pochi giorni fa il Consiglio comunale della città, proprio alla luce dei precedenti, ha approvato una mozione presentata da Fratelli d’Italia per vietare questi vessilli e chiedere provvedimenti nei confronti di chi li espone. Prefetto e Questore spieghino ciò che è accaduto, ci auguriamo che vengano adottati gli opportuni provvedimenti.