Fratelli d’Italia ha proposto alla Camera dei Deputati: ristoranti aperti anche di sera in sicurezza in zona gialla. Tutti gli altri partiti votano contro
Bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie che rispettano le norme di sicurezza e di distanziamento aperti anche di sera. Era la proposta di Fratelli d’Italia per la zona gialla. Proposta che è stata bocciata oggi alla Camera dei Deputati, dove sono in approvazione le nuove misure di contenimento del Covid del governo Draghi.
Cambiano i fattori ma non il risultato: tutti i partiti hanno votato contro la proposta per tenere aperti ristoranti ed altri locali anche di sera in zona gialla. Unico gruppo compattamente favorevole è stato Fratelli d’Italia.
“Chiediamo che vengano rispettate le evidenze scientifiche del Ministero nel massimo rispetto della tutela della salute. – ha sottolineato il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi – Si evidenzia che sulle riaperture serali relative alla filiera della ristorazione il Cts non si è mai espresso in modo negativo”.
L’emendamento ristoranti e di tutti i locali di somministrazione aperti anche di sera in zona gialla, a prima firma di Giorgia Meloni.
La proposta prevedeva che “nelle regioni contrassegnate come ‘zone gialle’, le attività dei servizi di ristorazione fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, sono consentite dalle ore 5 alle 2”. Naturalmente solo quelle che “assicurano il pieno rispetto delle misure di distanziamento e igiene”. Tutto sempre secondo il principio più volte invocato da Fratelli d’Italia di seguire il criterio della sicurezza rispetto alla categorizzazione generalizzata dei codici delle attività.
Una decisione, quella del voto contrario sui ristoranti aperti di sera, che penalizza anche tutta la filiera del turismo.
“I nuovi ristori non sono ancora pervenuti, e le micro imprese che rappresentano il settore sono in ginocchio. – ha aggiunto Zucconi – Tutte queste aziende appena riapriranno avranno decine di costi a debito che non sapranno come saldare. Il governo sta condannando queste aziende a una morte definitiva”.