Oggi ho visitato a Fasano (Brindisi), in Puglia, il terreno dove sorgerà uno degli outlet finiti al centro delle polemiche per gli intrecci societari fra uomini di Banca Etruria e le persone più vicine al premier Renzi.
Altro che posizioni archiviate, nonostante i protagonisti di questa vicenda continuino a dichiarare estraneità e distanza dal giro d’affari sugli outlet, la presenza di questi personaggi conferma senza possibilità di smentita l’opacità dell’operazione in corso.
Non solo ci sono conflitti d’interessi enormi, specie dopo il decreto ‘salva-banche’ pagato caro dai risparmiatori e di cui ha beneficiato Banca Etruria, ma anche forzature inqualificabili: è indecoroso che il papà del Presidente del Consiglio svolga un ruolo in questa vicenda, condizionando anche con la sua sola presenza il via libera ai progetti.
Come se non bastasse fra i proprietari della Egnazia Shopping Mall figurano anche società che hanno sede nei paradisi fiscali, sono la Torrado Holdings e la Tressel Overseas (che figura in almeno un’altra delle società ricollegabili a Rosi): entrambi hanno sede a Panama. Ex amministratore della Egnazia è Luigi Dagostino, identificato come il regista dell’operazione outlet, che è stato fino a maggio 2015 amministratore della Egnazia Shopping Mall, prima di cedere il testimone proprio a Lorenzo Rosi.
Oggi Dagostino è amministratore della Mall Re Investor e liquidatore della Mecenate 91, oltre che socio di altre società che hanno legami con i paradisi fiscali. Nella Egnazia Shopping Mall anche il giro dei Moretti, proprietari della Lebole che sono stati molto legati all’ex maestro venerabile della P2 Licio Gelli.
Ecco dove arrivano i legami della Rosi&Renzi connection.