Si incontrava a Palazzo Chigi con Luca Lotti. Lo stesso giorno saldava alla società Party della famiglia Renzi una fattura da 20 mila euro.
Il protagonista è Luigi Dagostino, imprenditore già in affari con Tiziano Renzi, condannato oggi a due anni nel processo per false fatture in cui sono stati condannati ad un anno e nove mesi gli stessi Tiziano Renzi e Laura Bovoli.
E’ quanto emerso dalla requisitoria della pm Christine Von Borries. La fattura in questione aveva un valore di 20 mila euro e fu pagata alla Party della famiglia Renzi.
Lotti all’epoca dei fatti era sottosegretario di Renzi premier, dopo essere stato suo stretto collaboratore in Provincia prima e in Comune di Firenze poi, prima di diventare Ministro.
L’incontro avvenne il 17 giugno 2015 e a parteciparvi fu anche il magistrato pugliese Antonio Savasta, arrestato nel gennaio scorso con l’accusa di aver “garantito positivi esiti processuali […] in cambio di ingenti somme di denaro”.
Dagostino, ha ricostruito il pm in requisitoria, sarebbe stato sollecitato a procurare l’incontro con Lotti per la sua conoscenza con Tiziano Renzi, in relazione a un procedimento penale in Puglia in cui, a Trani, Savasta indagava sullo stesso Dagostino per un giro di presunte fatture false.