«In Toscana è tutto aperto: vogliamo portare qui il buongoverno di Giorgia». La mia intervista a La Repubblica Firenze

Ho sentito la proposta di Giani della Polizia regionale che dovrebbe controllare le guide turistiche, ma non conosco donne che hanno paura di incontrare le guide, spacciatori e stupratori sì

Giovanni Donzelli, numero due di Fal, la destra ci crede ancora in Toscana?

«Siamo consapevoli che è una sfida in salita. Ma abbiamo visto quanto Tomasi sia più adatto a fare il presidente di Regione di Giani. Lo dico con tutto l’affetto per Eugenio ma è un uomo di altri tempi. Non si ricorda più i confini della Toscana. Serve un cambio di passo».

Cinque anni fa Ceccardi sembrava con il fiato sul collo al Pd, ora per i sondaggi siete lontani.

«Vedremo cosa faranno gli elettori. A urne chiuse gli exit poll delle Marche davano testa a testa e abbiamo vinto di 8 punti. Se siamo una manciata di punti sotto Giani vuol dire che è tutto aperto».

Anche a Firenze, dove continuate a non sfondare?

«Vedremo, anche a Firenze sento un clima nuovo, apprezzamento per Tomasi, fiducia in FdI. Noi possiamo offrire la serenità di una coalizione compatta. A sinistra vedo un amore appena nato già finito. Chiusure insieme non le fanno, litigano sull’aeroporto. Separati in casa prima di sposarsi».

Anche voi non andate d’accordo con Vannacci e le sue battute sessiste. Tomasi lo ha evitato per tutta la campagna.

«Sì ma non si parla di punti strategici di programma. I commenti alle battute fanno parte del gossip, ciascuno ha il suo stile. Ma contano le cose concrete. Se l’unica accusa che possono fare alla nostra coalizione è la critica alle posizioni di un illustre alleato che però non è nemmeno candidato vuol dire che siamo inattaccabili».

Teme scontri di piazza domani?

«No, a Firenze io stesso ho gestito centinaia di manifestazioni, ho fiducia che tutti manifestino nel rispetto delle regole e soprattutto ho fiducia nelle Forze dell’Ordine. La violenza inaccettabile vista a Livorno non serve a nessuno».

Dice il Pd che dietro Tomasi c’è lo “scalmanato” Donzelli.

«Alessandro ha dimostrato forte autonomia. Oltre allo “scalmanato” ci sono eurodeputati, sindaci, parlamentari, alleati della lista civica. Tomasi è il coordinatore regionale di FdI, è il capitano, è indipendente. Io non gli ho mai fatto una telefonata di pressioni, anche se a volte non ero d’accordo».

La vostra resistenza a dichiararvi antifascisti non vi penalizzerà anche stavolta?

«Che abbiamo la patente per governare lo hanno dimostrato gli italiani votandoci, non dobbiamo essere sottoposti a nessun esame del sangue».

Quale messaggio lanceranno Meloni, Salvini e Tajani?

«Che anche in Toscana è possibile il buon governo che stiamo portando a livello nazionale».

La destra ce l’ha con la Toscana? Avete bombardato di ricorsi le leggi regionali, dal fine vita al salario minimo.

«Noi non odiamo, anzi amiamo la Toscana e vogliamo governarla. Nonostante le battaglie ideologiche della Regione il governo ha aiutato il territorio. Penso alla crisi Beko, ai fondi sociali europei, ai fondi per l’alluvione, ai finanziamenti che Nardella aveva perso per lo stadio».

Tutta ideologia il fine vita?

«Semplicemente non è competenza della Regione decidere».

Ha già pronta la giunta Tomasi?

«Di giunta discutono nel Pd, noi rispettiamo gli elettori. Di certo se vince Tomasi la giunta la fa in tempi record. E come prima cosa metterebbe mani agli sprechi in sanità. Il campo larghissimo ci metterebbe mesi».

I toscani vogliono il Cpr?

«Sì, vogliono un Cpr per gli spacciatori e gli stupratori. Ho sentito la contro proposta di Giani della Polizia regionale che dovrebbe controllare le guide turistiche ma non conosco donne che hanno paura di incontrare le guide, spacciatori e stupratori sì».

La sicurezza è competenza dello Stato, mandate più agenti.

«Ne abbiamo già mandati tanti ma se non c’è un Cpr è tutto più difficile».