Dal governo 20 miliardi per rinnovo contratti pubblici: stanziamento senza precedenti

Interessati oltre 6000 dirigenti e professionisti dei ministeri, degli enti pubblici non economici, delle agenzie fiscali, i medici del ministero della Salute, i professionisti dell’Enac

Un impegno senza precedenti, che dimostra – una volta di più – l’attenzione del governo Meloni verso il pubblico impiego. Il governo ha stanziato 20 miliardi per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti.

Stanziamento senza precedenti

Lo stanziamento record riguarda tre tornate contrattuali 2022-2024; 2025-2027 e 2028-2030: si tratta di un impegno estremamente consistente, come mai si era visto. Il rinnovo riguarda oltre 6000 dirigenti e professionisti dei ministeri, degli enti pubblici non economici, delle agenzie fiscali, i medici del ministero della Salute, i professionisti dell’Enac.

Il provvedimento prevede un aumento medio generale di 558 euro lordi mensili, per tredici mensilità, con decorrenza dal 1° gennaio 2024, oltre a prevedere un arretrato medio complessivo di circa 9.400 euro per il periodo fino a ottobre 2025. Così si rafforzano le istituzioni: attraverso maggiori responsabilità, più trasparenza e più concretezza.

Ma la CGIL non firma e resta isolata tra i sindacati, dimostrando di perseguire interesse politico e non sindacale

Dopo il lassismo dimostrato dai precedenti governi guidati dalla sinistra e dai cinque stelle, il governo Meloni affronta con proposte mirate, serie e concrete anche il rinnovo dei contratti pubblici.

E, nonostante questo, c’è chi – come la CGIL – continua a lamentare l’assenza di risorse e si rifiuta di firmare. Ma sono rimasti praticamente soli: le altre sigle sindacali, infatti, hanno firmato. Si certifica, ancora una volta, l’atteggiamento di contrarietà a prescindere ed a ogni costo della CGIL guidata da Landini, che più che un interesse sindacale dimostra di perseguire un interesse esclusivamente politico.