«Siamo in attesa che consegnino tutti i lavori fatti ma non terminati e abbiamo rifinanziato 7,5 milioni di euro per la parte impiantistica»
di Erika Pontini
Sottosegretario Delmastro, viene in visita al carcere di Sollicciano, uno dei peggiori penitenziari d’Italia che da anni combatte con problemi strutturali. Falliti i tentativi di risanamento, ci sono infiltrazioni d’acqua, muffa, caldo d’estate e freddo d’inverno. Una situazione tragica fotografata anche dalla magistratura…
«Mi rendo conto che Sollicciano somma a un problema generale di sovraffollamento e carenza di personale di polizia penitenziaria uno più specifico di un’edilizia carceraria all’epoca pensata come futuristica, che invece ha manifestato tutti i suoi limiti con problemi strutturali di infiltrazione, mancanza di docce nelle celle e facciate che si sono deteriorate a causa degli infissi, e senza nemmeno impianto di videosorveglianza».
Ammette che si tratti di una situazione pesante quindi…
«In un universo chiuso come quello penitenziario, le condizioni di disagio dovute all’edilizia influiscono sulla serenità dei detenuti e di conseguenza sul lavoro degli agenti. Noi abbiamo ereditato una situazione catastrofica, ma abbiamo preso di petto la situazione».
In che modo?
«Abbiamo risolto il rapporto con l’azienda che aveva vinto il precedente appalto, siamo in attesa che consegnino tutti i lavori fatti ma non terminati e abbiamo rifinanziato 7,5 milioni di euro per la parte impiantistica: installazione delle docce in ogni cella, sale per la socialità all’interno delle sezioni, un’area ristoro e per il completamento delle opere di risanamento rispetto ai gravi problemi di infiltrazione».
Ma a che punto siamo?
«Il progetto preliminare termina il 30 aprile, l’affidamento esecutivo entro 180 giorni».
Ci sarà da attendere
«Speriamo che stavolta non ci siano i problemi che hanno caratterizzato il precedente appalto. Posso confidare che sia diverso dal passato».
Diceva la videosorveglianza è assente, in un carcere?
«Lo era. Abbiamo stanziato ulteriori 2, 6 milioni di euro – extra i 7,5 – per dotare tutto il penitenziario di un sistema di videocontrollo e i lavori stanno procedendo secondo il cronoprogramma tanto che il 26 febbraio scorso sono stati consegnati gli impianti già terminati di alcune zone in anticipo. Sempre a febbraio è stato validato dal Dap e trasmesso per le procedure di affidamento l’intervento per il risanamento delle celle rese inagibili dalla rivolta di luglio che vale 2,3 milioni di euro».
C’è anche un problema di sovraffollamento dovuto proprio alle celle inagibili e una carenza di personale di polizia..
«Abbiamo ereditato una carenza drammatica di polizia penitenziaria ovunque, adesso stiamo andando a ritmi vorticosi con bandi per l’assunzione di 10mila unità. Se altrettanto avessero fatto i sottosegretari che mi hanno preceduto staremmo parlando di sovraffollamento di polizia nei penitenziari. Abbiamo acquistato 20mila guanti antitaglio, 8.500 scudi antisommossa, i caschi…».
Firenze come ne beneficia?
«A maggio, a corsi terminati, è previsto l’ingresso di due nuovi commissari, tre ispettori, quattro sovrintendenti e all’esito dell’ultimo bando allievi agenti ne verranno assegnati venti a Sollicciano. Le grandi assunzioni che abbiamo fatto inizialmente sono servite per tamponare l’emorragia di turn over, superata la fase critica si può ricominciare a investire sulla fase due e vorrei annunciare una cosa».
Prego
«Da giugno gli agenti avranno in busta paga 100 euro in più. E ovviamente tutti i graduati a seconda dei relativi contratti».
Il sovraffollamento è parte del problema..
«Ci sono 542 detenuti per 497 posti in pianta organica regolamentare. Un problema c’è ma non è così grave, almeno qui, se non fosse che provoca conflittualità a causa delle altre emergenze strutturali. Guardi io ho quasi 50 anni, quando sono nato mancavano 10mila posti in Italia, dopo tutti i provvedimenti svuotacarceri ne mancano altrettanti. Significa che bisogna intervenire in altro modo».
Cosa risponde a chi – dalla Sindaca di Firenze ai magistrati di Md, alle Camere penali – chiede una misura drastica come la chiusura di Sollicciano?
«È più facile fare queste provocazioni quando non si governa. Quelli che oggi ne chiedono l’abbattimento non l’hanno fatto, quando potevano. È una soluzione che non ci possiamo permettere nell’immediatezza ma questo non significa che un domani, realizzate le opere del commissario straordinario, non si possa pensare a un abbattimento. Ora ci concentriamo su interventi di grande respiro per dare subito un volto diverso a Sollicciano».
Ci sono stati anche tre suicidi dall’inizio dell’anno: l’ultimo decesso per overdose, sintomo che la droga riesce a varcare le sbarre del penitenziario.
«Il primo modo per intervenire è quello di recuperare la carenza di organico devastante e poi, visto che sostengono io sia un antitrattamentale, e citano a sproposito l’articolo 27 della Costituzione, ricordo che ho saturato la pianta organica degli educatori. A Firenze ad esempio ce ne so no 10 su 11. Inoltre c’è un tema di necessità di assistenza sanitaria che deve essere risolto unitamente alle Regioni per erogare prestazioni sanitarie anche per tutti quei detenuti che hanno difficoltà psichiatriche ma non sono destinati alle Rems. Quanto alla droga che entra in carcere, spesso con i droni, abbiamo dotato tutti i provveditorati di fucili antidroni per abbatterli, stiamo lavorando all’acquisizione di speciali scanner che possano intercettarla e sul fronte degli eventi critici abbiamo costituito il Gio, un gruppo di pronto intervento con personale specializzato in grado di un intervenire entro un’ora in caso ad esempio di rivolte. Ci sarà un’aliquota in ogni regione».
A Firenze parteciperà al convegno “Sicurezza è giustizia” per illustrare il Ddl sicurezza, in alcune parti contestato. Come nella previsione di non rendere obbligatorio il divieto di carcerazione per donne incinte o con bambini sotto un anno. Ne è convinto? Consideri che le donne rappresentano una percentuale esigua dei detenuti, delinquono molto meno.
«lo tutelo la mamma che prende il tram per portare i figli a scuola e andare al lavoro, non la mamma che sale per scippare quella stessa donna».
Nel Ddl c’è un inasprimento sul fronte delle occupazioni. Firenze vive una pagina dolorosa per la scomparsa della piccola Kata proprio da un ex hotel occupato. Il Ddl sarebbe servito?
«Le nuove norme del Ddl permettono alle forze dell’ordine di intervenire rapidamente in caso di un’abitazione principale, sulle pene però sarebbe stato diverso. Firenze ha vissuto un caso molto doloroso e noi vogliamo intervenire in tutti i problemi di sicurezza e di ordine pubblico nelle zone grigie, come quella».