Chiudere o depotenziare le postazioni Polfer quando aumentano le violenze sui treni è da dementi: così se ne va l’unico barlume di legalità dentro la stazione. Alla scelta assurda di Renzi e Alfano fa da contrappeso il silenzio del governatore Enrico Rossi, che lascia sparire in tutta la regione i presidi contro il degrado sia a bordo dei treni che nelle aree limitrofe.
Questa mattina, insieme al portavoce di FDI di Pistoia Francesco Cipriani, sono stato alla stazione di Pistoia e ho incontrato il segretario provinciale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) Andrea Carobbi, il deelgato Sap per la Polfer Davide Bartolotta e Mauro Marruganti dell’Ugl.
Il governo commette un grave errore strategico: chiudere le Polfer significa sia aumentare la percezione di insicurezza e degrado per chi utilizza le stazioni, sia rendere più complessa la gestione di persone che creano pericoli a bordo dei treni. La trasformazione della sede Polfer in un mero ‘punto di appoggio’ senza personale comporterà che la stazione di Pistoia diventerà meno sicura. La cosa assurda è che il mantenimento delle Polfer avrebbe costi minimi per lo Stato, dal momento che la maggior parte delle spese di gestione è in capo alle Ferrovie.
In Toscana sono numerose le Polfer interessate dal piano di ridimensionamento. Interverremo politicamente per tutelare sia i viaggiatori che il personale che vigila quotidianamente le stazioni di Pistoia, Montale, Montecatini, Pescia e Pracchia.