Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Vogliamo uno “Stato amico”: il mio intervento alla Camera sulla fiducia al governo Meloni

Il voto di fiducia

La Camera dei Deputati con 235 voti ha approvato a fiducia al governo presieduto da Giorgia Meloni. Il dibattito è iniziato questa mattina di oggi, martedì 25 ottobre, con uno straordinario discorso della neo Presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia. Nel pomeriggio la replica di Giorgia Meloni e le dichiarazioni di voto che sono culminate nel voto finale.

Durante il dibattito sono intervenuto in 10 minuti di discorso sulla fiducia. Ecco il video e di seguito i punti salienti.

Un grande messaggio per tutte le donne

Giorgia Meloni seduta a capo del governo italiano è un grande messaggio per la nostra Nazione. Non importa nascere in una famiglia “buona”, o essere raccomandate: con la capacità, la determinazione, la voglia di studiare e l’onestà anche le donne possono arrivare ovunque.

Ma non è un traguardo solo per le donne, lo è anche per una comunità politica, quella della destra patriottica, che ha sempre rispettato le istituzioni ma troppe volte e inopinatamente non è stata ritenuta adeguata a rappresentarle. Per noi è sempre venuta prima l’Italia del partito: questo si insegnava nelle nostre sezioni.

Il ritorno della politica 

Per anni la politica si è nascosta dietro ai tecnici, non assumendosi le proprie responsabilità. Oggi finalmente torna la politica, quella in cui ci si divide sui temi. Torna la politica delle differenze, nette.

Mario Draghi e Giorgia Meloni nel passaggio di consegna hanno dato un esempio di cosa sia il rispetto istituzionale. Il capo del governo e quello che fino a ieri era il leader dell’opposizione si sono scambiati carte e documenti, nell’interesse della Nazione. Non è un fatto scontato: in passato abbiamo assistito a passaggi di campanelli più tesi fra esponenti dello stesso partito.

Delegittimazione? Il popolo italiano l’ha seppellita

Il popolo italiano ha seppellito i tentativi di cercare perenne delegittimazione dell’avversario. In campagna elettorale si è sentito di tutto. E ancora oggi qualcuno prova persino a dire che “sì, va bene una donna”, ma che lei sarebbe una donna “un po’ meno donna”.

Dopo la vittoria alle elezioni a Giorgia Meloni sono arrivati complimenti da tutto il mondo e questo dimostra che è tutto meno che isolata nei contesti internazionali, come la sinistra ha voluto far credere. Giorgia Meloni si è giustamente indignata per qualche ministro straniero che vorrebbe vigilare sulla nostra democrazia. E pensare che c’erano politici italiani che ne frattempo andavano all’estero per cercare di delegittimare l’Italia.

Giorgia Meloni oggi ha detto parole chiarissime sul fascismo, ma segnalo sono anni che le diciamo, sempre le stesse parole. E non le abbiamo dette per avere la patente, ma perché ci crediamo. Tuttavia sappiamo che questo non vi basterà mai.

Qualcuno oggi si spaventa a sentire la “sovranità alimentare”, la famiglia, la natalità. O il merito, come se fosse una parolaccia: per noi è un elemento determinante per l’ascensore sociale, che si contrappone al “6 politico” della memoria sessantottina, in cui il più avvantaggiato è sempre stato quella con la famiglia più ricca.

La libertà è sacrosanta

Abbiamo sempre tutelato il diritto dei giovani a manifestare. La libertà è sacrosanta ma non deve mai impedire la volontà di manifestare il proprio pensiero. I collettivi di sinistra oggi hanno impedito alla destra di fare un convegno a La Sapienza. E gli esponenti dell’opposizione, anziché esprimere la solidarietà a chi avrebbe dovuto fare il convegno, o alle forze di polizia, l’hanno espressa ai collettivi. Non accettiamo lezioni di democrazia da chi tifa per i violenti che vogliono impedire la libertà.

Noi abbiamo difeso la libertà anche durante la pandemia. L’attualità ha dimostrato che avevamo ragione noi. In Italia sono state limitate delle libertà personali gravissime senza averne un motivo scientifico. E i risultati sono stati i peggiori di tutto il mondo occidentale.

Vogliamo uno Stato amico

Vogliamo uno Stato amico di chi produce lavoro, ma anche la famiglia e chi è in difficoltà davvero. Non è accettabile uno Stato in cui si garantisce un assegno di inabilità totale di 291 euro e che al tempo stesso considera giusto dare 780 euro per chi non lavora perché sta sul divano. E poi lo stesso Stato spende 1200 euro per giovani che arrivano clandestinamente in Italia.

Riportare lo Stato amico non sarà facile, ci saranno momenti difficili. A volte sbaglieremo ma resteremo con la coerenza, per l’emozione e gli occhi lucidi. Resteremo noi, con le scarpe sporche di sangue e le mani pulite. Resteremo noi con lo stesso entusiasmo di quando da ragazzini siamo entrati in una sezione. Oggi quei ragazzini saranno la nostra migliore coscienza, perché noi potremo sbagliare ma non tradiremo mai il popolo italiano.