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Licenziamenti Hugo Boss, no alle delocalizzazioni

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Hugo Boss chiude lo stabilimento di Scandicci e avvia i licenziamenti di 22 dipendenti

Famiglie che si troveranno senza lavoro per la scelta del brand di delocalizzare l’attività in Asia e in Portogallo. 

Si tratta dell’ennesima chiusura di un’azienda in Italia che licenzia famiglie e genera un ulteriore impoverimento del territorio. 

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Licenziamenti alla Hugo Boss di Scandicci

Licenziamenti perchè consumatori non hanno interesse per Made in Italy

Per giustificare i licenziamenti, l’azienda ha comunicato che le tendenze dei mercati e dei gusti dei consumatori non sarebbero più interessate al Made in Italy. 

Secondo i sindacati “questa affermazione è falsa, grave e inaccettabile, e nasconde solo un’operazione speculativa”, spiegano Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che saranno in stato di agitazione finché l’azienda non ritirerà la procedura di licenziamento collettivo.

Delocalizzazione per aumento profitti

Infatti siamo davanti all’ennesima delocalizzazione operata in danno ai lavoratori. In questi casi l’unico obiettivo delle aziende è quello di aumentare i profitti, abbassando il costo della manodopera.

Per questo motivo ieri, lavoratori e lavoratrici sono entrati in sciopero, con un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento. 

Il Governo italiano e la Regione Toscana intervengano per impedire i licenziamenti e non lasciare 22 famiglie senza lavoro.