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L’Ue approva la legge sulla natura, l’Italia vota contro

Nuove follie green della sinistra europea: un attacco agli agricoltori e nuovi costi economici e sociali elevati, riducendo il prezioso contributo dell’uomo al mantenimento del territorio

La chiamano la “Legge sul ripristino della natura”, ma in realtà cela tutte le follie ideologiche che la sinistra europea vuole attuare contro i nostri agricoltori. L’Europa non ha ancora capito cosa i suoi cittadini le chiedono veramente. Sicuramente non nuovi costi economici e sociali elevati, come quelli che comporterà il nuovo provvedimento dell’ex commissario Timmermans con il voto contrario dell’Italia.

Procaccini: “Cittadini chiedono approccio meno ideologico, Ue non capisce”

“È un grave errore l’approvazione odierna, da parte dei Ministri dell’ambiente Ue, con il voto contrario dell’Italia, della ‘legge sul ripristino della natura’. La Ue mostra di non aver capito il messaggio chiaro arrivato dai cittadini, che chiedono un approccio meno ideologico e più realistico su tutte le tematiche a partire da quelle ambientali.

L’Italia ha ribadito la propria contrarietà, così come Fratelli d’Italia si era espressa a febbraio nella votazione al Parlamento europeo contro uno dei provvedimenti più ideologici dell’ex commissario Timmermans, che parte dal presupposto che gli esseri umani sono dannosi per la natura. Una misura deleteria che, pur presentando obiettivi condivisibili, è sbagliata nei tempi e soprattutto nelle modalità di attuazione.

Rappresenta un attacco feroce a chi vive e lavora nella natura, come gli agricoltori, e comporterà costi economici e sociali elevati, riducendo inoltre il prezioso contributo dell’uomo al mantenimento del territorio. Una legge talmente divisiva che per evitare le ire dei cittadini e dei produttori Ue in vista delle elezioni, a marzo la votazione sul provvedimento, che si è svolta oggi, era stata rinviata”, ha dichiarato l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini.

Confagricoltura: “Compromette il potenziale produttivo”

“La proposta di regolamento europeo approvata oggi dal Consiglio Ambiente della Ue sul ‘Nature Restoration Law’ suscita preoccupazione perché compromette di fatto il potenziale produttivo del settore primario. Confagricoltura aveva più volte segnalato che molte delle richieste e degli oneri previsti dalla proposta trovavano già attuazione in altre norme e che questa legge avrebbe solo aumentato le incombenze per gli agricoltori, compromettendo ancora una volta la produttività, quindi la sicurezza degli approvvigionamenti e prezzi equi per i consumatori.

Nonostante i miglioramenti al testo rispetto alla prima stesura, in linea con quanto auspicato dalla Confederazione, il testo rimane insoddisfacente poiché non tutela la superficie agricola e non prevedere fondi adeguati a raggiungere gli obiettivi fissati. Confagricoltura ringrazia il governo italiano per aver evidenziato, in sede di Consiglio Ue, i limiti del regolamento che aumenta gli oneri amministrativi per il settore primario, e aver affermato la necessità di un’ulteriore riflessione su come limitare gli impatti negativi per l’agricoltura.

Determinante oggi il voto dell’Austria, che ha cambiato posizione con il sì del ministro dell’ambiente austriaco, Leonore Gewessler. A seguito di questo pronunciamento, il governo austriaco ha annunciato di voler ricorrere presso la Corte di Giustizia europea per chiedere l’annullamento del voto, contrario alle indicazioni originali”, ha affermato Confagricoltura.