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La Sapienza, arriva il conto dei danni dei collettivi rossi: più di 330mila euro

Una cifra da non credere: 330mila euro che graveranno sul bilancio de La Sapienza e che verranno tolti alla ricerca, all’innovazione, alle borse di studio e agli alloggi per studenti

Numeri da capogiro, da non credere. Alla fine è arrivato il conto, anche se ancora non è definitivo, visto che i collettivi rossi continuano imperterriti a danneggiare La Sapienza. Insomma, alla fine ammonta a ben 330mila euro la cifra dei danni causati da quei “bravi ragazzi” dei centri sociali. Non è tollerabile che tutti gli studenti debbano pagare i danni di quattro scappati di casa.

La cifra record dei danni degli estremisti di sinistra

Sembra quasi una presa di giro, ma è tutto vero, purtroppo. Tra muri imbrattati con scritte di odio e violenza verso le istituzioni e danni vari ad arredi ed apparecchiature i collettivi hanno fatto danni per più di 300mila euro, una cifra inimmaginabile. Sappiamo bene chi sono stati: i soliti ragazzi dei collettivi rossi che all’Università tutto fanno fuorché studiare.

Come sappiamo anche bene, purtroppo, chi dovrà pagare i loro show, i loro continui imbrattamenti e danneggiamenti all’Università: tutti gli studenti che, invece, all’Università ci vanno per studiare e avere una formazione. Soldi che saranno a carico di tutta la Comunità studentesca e che, quindi, verranno tolti ad investimenti per la ricerca, per lo studio, per l’innovazione, per la diminuzione delle tasse, per gli alloggi e per le borse di studio.

Rettrice de La Sapienza: “Danni vandalici ammontano a 330mila euro”

“A fine maggio i danni causati da atti vandalici all’interno dell’Università la Sapienza ammontavano a 330 mila euro, ma la violenza è proseguita e i danni sono aumentati. La violenza si è scatenata anche sulle molte piante appena interrate. Nella notte fra venerdì 30 maggio e sabato 1 giugno, la Facoltà di Lettere è stata occupata, pur avendo la Preside espresso la propria disponibilità a concedere un’aula idonea per ospitare un’assemblea.

Nel corso del fine settimana, sono uscite dall’Ateneo occupato, per poi rientrare al termine di una manifestazione, molte persone a volto coperto. In quei giorni, gli atti di vandalismo sono proseguiti e non hanno risparmiato alcun edificio all’interno della città universitaria, compresa la Cappella e gli spazi dedicati ai servizi per le studentesse e gli studenti con disabilità o DSA.

Dopo una lunga discussione, il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione della Sapienza, riuniti in seduta congiunta, hanno discusso e approvato all’unanimità un documento sui temi della pace e della libertà di ricerca. Sfortunatamente, le azioni condotte per esprimere la critica alle posizioni espresse dagli organi collegiali non sono state né legittime, né pacifiche.

La città universitaria ha subito per settimane atti vandalici di inaudita violenza e rilevanza. Atti che hanno richiesto e continueranno a richiedere interventi immediati e costosi, per aumentare il servizio di nettezza urbana, ripristinare serrature e attrezzature di cantiere, rimuovere graffiti e imbrattamenti (alcuni particolarmente oltraggiosi e offensivi), riparare o sostituire arredi e apparecchiature di videosorveglianza, alimentazione elettrica e illuminazione pubblica danneggiate o interamente distrutte.

I costi prodotti dai danni che sono stati generati da questa volontà distruttrice dovranno essere coperti a scapito delle altre attività e azioni particolarmente utili e richieste con urgenza da varie componenti della nostra Comunità, a partire da quella studentesca”, ha spiegato la rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni.

Azione Universitaria: “Questa non è libertà di manifestazione, è puro vandalismo”

“Ecco a fine anno accademico è stato servito il conto, si tratta di ben 330 mila euro di danni. 330 mila euro che verranno sottratti al diritto allo studio. 330 mila euro che non saranno investiti nella nostra formazione. 330 mila euro che non verranno disposti per l’aumento delle borse di studio. 330 mila euro che non saranno investiti nella ricerca. 330 mila euro versati dagli studenti, non saranno utilizzati per garantire loro una formazione eccellente, ma per porre riparo al danno compiuto e reiterato da un gruppo di estremisti e violenti. 330 mila euro che dovranno essere cercati altrove. 

Questa non è libertà di manifestazione, questo è puro vandalismo e non è giusto che a pagare siano gli studenti che poco hanno a che vedere con questa gente”, hanno dichiarato i ragazzi di Azione Universitaria La Sapienza.