Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Philip Morris, milioni a Casaleggio. E tasse più basse

Casaleggio Philip Morris 5 Stelle

Dalla Philip Morris 2 milioni alla Casaleggio. I 5 Stelle fanno la morale sul conflitto di interesse e prendono soldi dalle lobby del tabacco

Casaleggio prendeva due milioni di euro di finanziamenti dalla Philip Morris e le tasse per la multinazionale scendevano. E’ quanto svela oggi il quotidiano Il Riformista, togliendo la maschera alla finta morale dei 5 Stelle.

Entrando nei dettagli, secondo Il Riformista “la Casaleggio e Associati ha incassato da Philip Morris Italia la maxi somma di euro 1.950.166,71”. In un periodo compreso fra settembre 2017 e ottobre 2020.

Un rapporto che secondo quanto riportato era “continuo” perché “le fatture non sono riferite ad un evento specifico ma regolarmente cadenzate nel tempo”. 49 i pagamenti che sarebbero stati effettuati da Philip Morris alla Casaleggio, la maggior parte dei quali per cifre da 50mila euro.

Quando i 5 Stelle vanno al governo, scrive Il Riformista, i pagamenti di Philip Morris alla Casaleggio crescono.

Quelli che sbraitavano contro il conflitto di interessi davano soldi, tanti soldi alla multinazionale del tabacco. E perché Casaleggio li prendeva, si chiede Il Riformista? “Per darsi da fare in Parlamento e ottenere che fossero abbassate le tasse sulle sigarette elettroniche”, scrive il direttore Sansonetti.

Casaleggio Philip Morris 5 Stelle
La prima pagina de Il Riformista

Il taglio delle tasse e il mega-affare per i produttori

Il quotidiano parla chiaramente di un “trattamento di favore” relativo alle sigarette elettroniche. Quando il prodotto entrò sul mercato italiano beneficiò di uno sconto del 50% sulle accise. Con l’arrivo del governo Conte arriva uno sconto di un altro 25%.

Grazie a questa agevolazione il margine netto nei confronti del produttore cresce a dismisura. Perché se il guadagno per le sigarette tradizionali è molto basso proprio per via delle accise, con questi sconti cresce il margine netto per il produttore.

E allora per esempio per Iqos, una sigaretta elettronica di Philip Morris (e le ricariche), allo Stato va un quarto delle tasse di quello che arriva per le sigarette tradizionali. Il margine per il tabaccaio resta lo stesso (basso), il resto va alla casa produttrice.

Un bell’affare, insomma, che va di pari passo con i soldi fatti arrivare dalla Philip Morris alla Casaleggio. Un caso che emerge pochi giorni dopo la rivelazione della trasmissione Report, sui finanziamenti di un’altra lobby del tabacco all’europarlamentare grillino Dino Giarrusso. Il quale ha rincarato la dose dicendo che finanziamenti del genere li hanno presi un po’ tutti nel Movimento.

Proprio così. E si tratta di un settore che è una miniera d’oro. Basti pensare che in quattro anni, in Italia, sono state vendute 14 milioni di Iqos di Philip Morris. Per le quali gli acquirenti, poi, acquistano continuamente ricariche. Un business pazzesco.