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Forteto, ecco il film: più se ne parla, meglio è

Il Forteto: il film

Nel docu-film andato in onda su Sky parlano le vittime. C’è ancora molto da fare per dare verità e giustizia alle vittime del Forteto

Dopo gli articoli, i libri, le trasmissioni televisive, ora a raccontare il caso Forteto c’è anche un docu-film. C’è un gran bisogno di parlare di questa storia che ancora in pochi conoscono e su cui il silenzio si è celato per troppi anni.

“Il Forteto”, documentario cinematografico, è andato in onda nei giorni scorsi su “Crime+Investigation”, canale della piattaforma Sky.

La storia

Un racconto di come, dietro una immacolata immagine pubblica, Il Forteto nascondesse una realtà diversa. Un mondo dominato dal fondatore, Rodolfo Fiesoli detto ”Il profeta”, chiuso e impenetrabile regolato da violenza, umiliazione, ricatto e abusi. Una setta da cui uscire era praticamente impossibile.

La docu-serie in due parti ha dato voce ad alcuni testimoni diretti della vicenda, assegnati alla comunità dagli assistenti sociali per uscire da famiglie disastrate da abusi, droga, povertà.

Il trailer del docu-film “Il Forteto”

Il documentario contiene anche alcune immagini dagli archivi Rai e quelle dell’intervista di Matteo Calì per Il Sito di Firenze al “Profeta”, realizzata poco prima della definitiva carcerazione.

Il Forteto: il film

Nelle immagini di archivio Rai si vedono anche, durante una visita, l’ex vice presidente della Regione Angelo Passaleva, l’ex assessore Paolo Cocchi e l’Arcivescovo Piovanelli. Insieme a loro Fiesoli e l’ex presidente del Forteto Pezzati.

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Una volta entrati al Forteto, Fiesoli spiegava loro che maschi e femmine dovevano vivere separati; le donne, considerate esseri inferiori, erano obbligate a tagliarsi i capelli e vestirsi da maschi.

La famiglia tradizionale raccontata come un nucleo chiuso e opprimente, mentre nel Forteto regnava invece la famiglia funzionale: coppie aperte, bambini figli di tutti.

Ogni problema personale nascondeva un trauma di natura sessuale: i bambini forzati ad ammettere fantasie sessuali, vere o fasulle che fossero. Chi non le ammetteva veniva messo alla gogna, umiliato, emarginato, picchiato.

Rodolfo Fiesoli e il suo vice Luigi Goffredi furono arrestati la prima volta nel 1978 con l’accusa di plagio e molestie sessuali su una ragazzina con problemi psichici. Ma tornarono poi al Forteto e vi rimasero per quasi trenta anni, sostenuti da politica e magistratura.

Poi una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2000, e la denuncia delle vittime poi, portarono al processo con la nuova condanna per Fiesoli.

Parla il regista

Prodotta da Ascent Film per A+E Networks Italia, la regia della docu-serie è affidata a Simone Manetti e la scrittura a Carlo Altinier con la collaborazione di Andrea Giulia Santini.

”Le indagini e le inchieste, dovute e necessarie, non hanno posto fine alla sofferenza di chi ha vissuto un tale inferno”, spiega Manetti.

”In questo lavoro – sottolinea – abbiamo volontariamente messo, al centro di tutto, il racconto dolente delle anime che quell’inferno lo hanno vissuto, lasciando al margine gli aspetti più strettamente legati all’inchiesta, perché era giusto porci in ascolto di voci flebili e potenti al tempo stesso, voci inascoltate per anni, invisibili, affinché ciascuno potesse raccontare il proprio incubo”.

Sul Forteto c’è ancora molto da fare. La verità e la giustizia per le vittime non è stata ancora fatta. E all’interno della cooperativa ancora ci sono troppe ombre sui legami con la vecchia gestione.