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Un tavolo per rilanciare la siderurgia italiana

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Fratelli d’Italia chiede un piano per la siderurgia italiana. Confronto fra i rappresentanti dei siti produttivi nazionali

Un tavolo nazionale che elabori un piano per rilanciare il settore della siderurgia italiana, asset produttivo fondamentale per l’Italia e l’Europa. E’ la proposta lanciata da Fratelli d’Italia nel corso del web meeting organizzato dal Dipartimento Impresa. “Siderurgia: asset strategico del Paese”, il titolo.

L’incontro sulla siderurgia italiana ha visto confrontarsi sul tema parlamentari con amministratori e rappresentanti sindacali dei 5 maggiori siti produttivi (Taranto, Genova, Terni, Piombino, Trieste).

“Dobbiamo affrontare quella che è a tutti gli effetti un’emergenza – sottolinea Adolfo Urso senatore di Fratelli d’Italia e responsabile del Dipartimento Impresa -. Fratelli d’Italia ha presentato in Senato una mozione per chiedere la costituzione di un tavolo nazionale presupposto necessario per l’elaborazione del Piano”.

Fratelli d’Italia chiede anche la proroga del golden power nel settore scaduta il 31 dicembre, l’intervento di Cdp e Invitalia e l’uso delle risorse europee. A cominciare dal recovery fund per la riconversione produttiva e la transizione ecologica.

All’incontro sulla siderurgia italiana hanno partecipato molti esponenti di spicco di Fratelli d’Italia. Il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida. L’europarlamentare e copresidente del gruppo Ecr-Fdi Raffaele Fitto. Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.

Da Piombino a Trieste, passando per Terni: le soluzioni

Intervento dello Stato e piano nazionale che trova d’accordo anche il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, che vive da vicino il problema della crisi del settore. “Quando parliamo di siderurgia è necessario parlarne a livello organico e dialogare a 360 gradi, non solo con il Mise. A Piombino abbiamo lavorato e vogliamo lavorare per far restituire i terreni bonificati per contemperare lo sviluppo con l’ambiente”.

Ed il senatore di FdI eletto in Toscana, Patrizio La Pietra, precisa: “Non siamo contrari alla presenza di investitori stranieri nelle nostre industrie. Ma fino ad oggi quel che si è visto è stato più caratterizzato da acquisizioni per liberarsi di un concorrente scomodo o per apprendere conoscenze tecnologiche avanzate”.

Da Trieste l’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, rilancia l’accordo di programma per la riconversione dell’area industriale della Ferriera. “Un esempio virtuoso di promesse mantenute ed è auspicabile che venga imitato nel resto d’Italia. Abbiamo puntato a fare accordi per non lasciare nessuno a casa e per garantire i livelli occupazionali nella logistica portuale”.

Su Terni arriva il monito del senatore e coordinatore regionale di FdI in Umbria, Francesco Zaffini: “Non si può lasciare un asset di questa importanza alle logiche del libero mercato, senza che lo Stato garantisca la sua presenza. Occorre vigilare sul processo di vendita perché non sarebbe tollerabile mostrare disinteresse per il futuro di Terni e poi ritrovarsi con ricadute economiche e occupazionali gravissime”.

I sindacati appoggiano il piano di Fratelli d’Italia

Sul fronte sindacale Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, condivide la proposta lanciata da Fratelli d’Italia per un piano sulla siderurgia italiana. E punta il dito contro il governo: “Qual è il piano che vuole mettere in campo? Di tutto questo vogliamo discutere con il ministro Giorgetti ma ad oggi non è arrivata nessuna convocazione”.

Positivo anche il commento di Rosario Genco della Cisl sull’iniziativa di un piano nazionale per la siderurgia italiana. Serve, ha sottolineato, “un intervento deciso dello Stato per mettere mano ad una situazione che altrimenti corre il rischio di diventare irreversibile. Purtroppo ad oggi si sente in modo assai pesante l’assenza di un piano complessivo che possa garantire livelli adeguati di produzione e di occupazione”.