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Il giudice: “Niente risarcimento”. I Renzi volevano 100 mila euro: nessuno mi tapperà la bocca

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Hanno provato a tapparmi la bocca ma anche questa volta hanno fallito. Il tribunale di Firenze ha respinto una richiesta di risarcimento nei miei confronti da 100 mila euro da parte dell’azienda Eventi 6 della famiglia Renzi.

Una sentenza che, oltre a dare ragione a me, sancisce la legittimità e la libertà di un esponente politico di difendere gli interessi dei cittadini, che hanno provato ancora una volta ad attaccare.

La vicenda riguarda le mie dichiarazioni su una vicenda raccontata dal sindaco di Rignano sull’Arno Daniele Lorenzini, non proprio uno di destra (LEGGI QUI).

Un finanziamento che, secondo le dichiarazioni del sindaco, sarebbe arrivato dal Pd, il cui “mandatario” sarebbe stato l’imprenditore e amico della famiglia Renzi, Carlo Russo (implicato anche nella vicenda Consip), e che sarebbe finito nelle casse della Eventi 6, azienda della famiglia Renzi.

Il tribunale, in una richiesta di risarcimento che anche sul merito appariva grottesca, ha stabilito le prerogative della mia legittima attività di (allora) consigliere di opposizione in Regione Toscana.

La famiglia Renzi ancora una volta ha provato a calpestare i diritti dei politici e dei giornalisti di esercitare il loro diritto di critica, ma non ci sono riusciti. Si tratta dell’ennesimo tentativo fallito nei miei confronti da parte del “giglio magico”.

Come quando il padre dell’ex Ministro Luca Lotti mi querelò sullo scandalo, da me denunciato, dei debiti della famiglia Renzi ripianati dalla finanziaria Fidi della Regione Toscana e pagati con i soldi dei cittadini.

Esattamente un anno fa, come oggi, il giudice sentenziò che non ci fu diffamazione nei confronti di Marco Lotti, che in qualità di responsabile della Bcc di Pontassieve firmò nero su bianco il parere positivo all’erogazione del mutuo (LEGGI QUI), proprio perché le mie dichiarazioni rientravano nelle funzioni di consigliere regionale.

Oppure quando Dario Nardella, sindaco della città di Firenze, non trovò di meglio che querelare le opposizioni di Fratelli d’Italia (non solo io ma anche il Consigliere comunale Francesco Torselli), per aver chiesto conto del “tappeto rosso” steso ad un’azienda coinvolta nei tentacoli di mafia capitale per il nuovo campeggio a Rovezzano (LEGGI QUI LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA).

Querela di Nardella su Mafia Capitale: caso chiuso
Querela di Nardella su Mafia Capitale: caso chiuso

In questo caso non solo il giudice ha reputato legittime le nostre dichiarazioni, ma il pm ha persino annunciato di voler approfondire l’oscura vicenda del campeggio.

E anche su altre vicende nessuno è riuscito a smentirmi. Come sul caso Forteto, il terribile caso sugli abusi su minori in Toscana e le coperture che ci sono state: la cooperativa agricola (quando ancora non era commissariata) mi ha querelato per una delle tante denunce che ho fatto. E il giudice ha stabilito la veridicità dei fatti da me riferiti.

Mi ha citato in tribunale lo stesso giudice Piero Toni, che ha affidato bambini al Forteto e noto frequentatore della struttura, ma anche a lui è andata male: il giudice ha archiviato le sue accuse nei miei confronti.

Oppure sul caso della comunità sinti che mi ha querelato dopo il sopralluogo al campo nomadi di Prato e per cui la Procura di Prato avrebbe già chiesto l’archiviazione (LEGGI QUI).

Non solo in questi campi non si rispettano le regole, non solo molti di questi sono abusivi, o comunque nati grazie alle politiche delle amministrazioni della sinistra (che hanno speso pure soldi dei cittadini italiani per realizzarli e mantenerli). Adesso querelano persino chi denuncia tutto ciò.

Ci stanno provando in tanti: sappiano che non riusciranno a fermarmi. Combattere contro questi soprusi è mio dovere e continuerò a farlo ancora a difesa dell’interesse pubblico.