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La Leopolda, i fondi dal gruppo Toto e quell’emendamento alla manovra di Gentiloni

Fare chiarezza sui rapporti della pubblica amministrazione con il gruppo Toto, alla luce dell’inchiesta della Procura di Firenze su fondi destinati alla Fondazione Open, cassaforte della Leopolda di Renzi, e al comitato per il ‘sì’ al referendum costituzionale del 2016.

L’ho chiesto al governo in una interrogazione che ho depositato oggi alla Camera.

Le ipotesi degli inquirenti hanno anche un forte interesse politico, come dimostrano le indagini su un emendamento alla manovra del maggio 2017, durante il governo guidato dall’attuale commissario europeo Paolo Gentiloni, con il quale si risolveva un contenzioso da 121 milioni tra il gruppo Toto e Anas. Vogliamo che venga fatta luce sui motivi che l’hanno ispirato”.

Ancora una volta esponenti del cosiddetto “giglio magico” finiscono al centro di manovre su fondi di oscura provenienza. L’inchiesta sarebbe scaturita infatti da un altro caso scottante, quello dei fondi destinati ai bambini africani e finiti, per un’operazione in cui è coinvolto il cognato di Renzi, anche nelle casse di società di famiglia.

In ballo ci sono Alberto Bianchi, di Renzi già avvocato personale e uomo di fiducia nominato nel Cda di Enel, e Patrizio Donnini, già comunicatore della stessa Leopolda, consulente del Ministro della Difesa Pinotti ed editore de ‘Il Reporter’, giornale fiorentino che lanciò l’ascesa di Renzi e che ha ricevuto cospicui finanziamenti dal Comune di Firenze.

E i 5 Stelle, che ora sono al governo insieme al Pd e a Renzi, non hanno niente da dire?.