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Coronavirus: tutti chiusi in casa, ma gli spacciatori restano indisturbati

In questi giorni siamo tutti costretti a dei sacrifici, con le restrizioni stabilite dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Dobbiamo stare in casa il più possibile e limitare le uscite alle strette necessità: esigenze di salute, lavoro, andare a fare la spesa.

Come sempre ci sono quelli che non rispettano i divieti, mettendo a rischio la salute di tutti noi. Così in molte città si è stati costretti ad intervenire facendo appello ai cittadini.

Oppure, com’è successo ad esempio a Firenze, stringendo ancore le maglie chiudendo i parchi pubblici. Come sempre, però, le regole non sembrano valere per tutti.

Nessuno, per esempio, sembra voler vedere cosa accade agli spacciatori che ormai da anni usano come base proprio il parco delle Cascine. La foto che vedete in alto (e che ho ricevuto ieri), mostra personaggi assembrati sotto il ponte della tramvia.

Siamo stati i primi a reclamare misure rigide, quando le istituzioni titubavano con provvedimenti inconsistenti e comunicati in modo a dir poco cialtronesco.

Ci chiediamo però come si stia intervenendo nei confronti di chi fa dell’illegalità una bandiera (e non solo in questo momento). Qualcuno prima o poi dovrà riferirci, ad esempio, cosa sta succedendo nei campi nomadi, che da tempo la sinistra dice di voler sgomberare senza far seguire i fatti alle parole.

Mentre diabetici, pazienti oncologici, con problemi cardiocircolatori e tantissime altre categorie si sacrificano in casa nonostante debbano muoversi e fare attività fisica per ragioni di salute, ancora una volta ci sono soggetti a cui tutto è consentito. Questo non è uno Stato giusto.