Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Dalla Calabria a Prato: capitali illeciti occultati in Cina con metodi mafiosi

capitali illeciti cina

Interrogazione di Fratelli d’Italia sull’inchiesta di Milano: potenziare il contrasto all’evasione, linea dura contro la criminalità cinese

Potenziare le strategie di contrasto alle frode e ai meccanismi internazionali di evasione fiscale, anche potenziando le capacità investigative nei confronti della criminalità cinese. E’ quanto chiede Fratelli d’Italia in un’interrogazione ai ministri della Giustizia e dell’Economia presentata dall’onorevole Wanda Ferro e da me sottoscritta.

L’iniziativa è stata avanzata sulla base della capacità della ‘ndrangheta di occultare capitali illeciti in Cina, emersa dall’inchiesta Habanero , che ha acceso i riflettori su una maxi frode fiscale ramificata in sette regioni italiane e all’estero.

L’interrogazione dscaturisce dalle risultanze investigative dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, con il coordinamento della Dda di Milano, che ha consentito di arrestare 8 persone in particolare per associazione per delinquere finalizzata a frode fiscale aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, autoriciclaggio, bancarotta, intestazione fittizia di beni e valori.

Secondo quanto emerge dall’indagine, infatti, il principale indagato, inserito in una cosca di ‘ndrangheta, ha presentato richiesta e ottenuto contributi a fondo perduto per un ammontare di 45 mila euro e ha tentato di beneficiare dei finanziamenti per le imprese previsti dall’emergenza sanitaria connessa alla diffusione del Covid-19.

L’ammontare dei contributi sarebbe stato poi assegnato a una societa’ intestata a un prestanome e gestita da un indagato collegato alla ‘ndrina di San Mauro Marchesato, in provincia di Crotone.

I due calabresi, indicati come ‘promotori ed organizzatori del sodalizio’, attraverso un complesso e collaudato sistema sarebbero riusciti ad inviare il denaro riciclato anche a istituti di credito cinesi grazie al ruolo di un soggetto cinese residente a Prato, che riusciva a far scomparire i soldi in società o su conti cinesi per poi portarli “ripuliti” in Italia sotto forma di denaro contante “consentendo in tal modo di sottrarre al circuito legale ingenti capitali”.

Tra il 2018 e il 2019 la criminalità finanziaria cinese ha nascosto al fisco italiano oltre un miliardo di euro.