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Arcuri compra siringhe sbagliate per i vaccini

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Dopo le mascherine fantasma, i banchi a rotelle, il flop della app immuni. L’ultima del commissario Arcuri, il “tuttologo” del governo: la storia delle siringhe non idonee pagate a peso d’oro

Dopo il flop delle mascherine è stato addirittura premiato con una raffica di nomine, una dietro l’altra. Stiamo parlando di lui, Domenico Arcuri, quello che evidentemente il governo considera il mago contro la pandemia. Ed è davvero assurdo, a giudicare dai risultati. L’ultimo disastro sono le siringhe acquistate ed inviate negli ospedali per i vaccini: non sono idonee. Un fatto che sta rallentando la campagna di vaccinazione in Italia.

Persino le agenzie italiana ed europea del farmaco le hanno bocciate. Le siringhe “luer lock” e cioè con l’ago bloccato, quelle acquistate da Arcuri, sarebbero troppo grosse. Lo ha detto anche il virologo Fabrizio Pregliasco: ecco qui la sua dichiarazione.

E lo sapete che sono persino costate dalle tre alle sette volte più care da Hong Kong, mentre aziende italiane le offrivano a prezzi più bassi? E’ solo l’ultimo caso di commesse affidate all’estero, con una passione di questo governo per l’Asia. Ecco l’articolo del quotidiano La Verità.

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L’errore sulle siringhe è un fatto gravissimo, che rischia di pregiudicare la vaccinazione. Ancora un disastro di Arcuri: eppure ne aveva già combinate tante, prima di quella sulle siringhe.

Tutti i disastri di Arcuri

Arcuri viene nominato ben prima dell’arrivo dei vaccini per cui servono le siringhe: accade con il Dpcm del 18 marzo 2020 quando diventa commissario per l’emergenza coronavirus.

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Fra le prime cose viene chiamato a procurarsi le mascherine, che però non arrivano. Medici e operatori sanitari rimangono senza protezioni. Commesse di mascherine sparite, altre non a norma o pagate a peso d’oro.

Da flop la gestione si trasforma in scandalo: numerose procure aprono inchieste. L’ultima su una maxicommessa da 72 milioni procurata da un giornalista ex collaboratore dei ministri del Partito democratico.

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Arcuri tra le altre cose è responsabile anche del flop della app Immuni, che avrebbe dovuto tenere sotto controllo i contagi. E dopo questa impeccabile gestione il governo, prima dei vaccini e le siringhe, fa gestire ad Arcuri anche la scuola.

Con il decreto semplificazioni del 7 luglio 2020, infatti, gli viene affidato il ruolo di far ripartire le scuole in sicurezza. I disastri sono sotto gli occhi di tutti: mancano gli spazi per il distanziamento e la messa in sicurezza del trasporto pubblico è un fallimento totale. In più mancano i termoscanner e i tamponi da fare agli studenti.

Così il governo pensa anche di affidare ad Arcuri un’altra importantissima partita: la campagna di vaccinazione. Pronti via, in Italia viene inviata una quantità bassissima di vaccini rispetto a molti paesi dell’Unione europea. Mentre Arcuri pensa a costruire 1.500 padiglioni con un fiore, la primula: una campagna di cui non si conoscono gli inutili costi. Fino al disastro delle siringhe di cui sopra.

Il mistero stipendio e le contestazioni della Corte dei Conti

E non si sa neanche quanto guadagna questo signore: il governo è così “trasparente” che non pubblica gli stipendi di Arcuri. Intanto la Corte dei Conti gli contesta i compensi come amministratore delegato di Invitalia, la società del ministero dell’economia per gli investimenti e lo sviluppo dell’impresa, che avrebbe percepito dal 2014 un milione e 400 mila euro in più di quanto gli spettasse. Perché oltre a mascherine, siringhe, app, vaccini, anche questo fa il tuttologo Arcuri.

Fra le altre cose quest’uomo si sta occupando di rilanciare l’Ilva di Taranto. Una delle partite industriali più importanti per l’Italia! Dalle siringhe all’acciaio. Mamma mia, in che mani siamo!